Al grido di “non mi farò mai iniettare quella m…..da”, il grande esercito dei no-vax – da ieri – ha un legionario in più.
Si tratta di Riccardo Riccò. Sì, proprio lo stesso corridore che nel febbraio di dieci anni fa, era stato ricoverato in ospedale a Modena in gravi condizioni perché – come lui stesso aveva confessato ai medici – si era iniettato una sacca di sangue conservata in frigorifero da 25 giorni.
“Leggo di una marea di persone che dicono che il vaccino deve essere obbligatorio!!!! Ma stiamo scherzando !!!! – ha scritto sulla sua pagina facebook il 37enne di Formigine – Io faccio quello che voglio del mio corpo. Nessuno può costringermi a fare qualcosa che, se avesse effetti negativi su il mio corpo, a rimetterci sarei solo io. Quindi: voi fatevi pure iniettare non so quale m….da, ma non rompete il c….zo alla gente come me che si è informata molto bene (da amici medici) e che non si farà un bel c…..zo di vaccino”.
Il post, va detto, non è più visibile sul suo profilo social e non è ancora chiaro se sia stato lo stesso Riccò a rimuoverlo oppure – come lui stesso scrive – sia stato bannato da facebook. Le sue parole, tuttavia, hanno subito sollevato uno sciame di prevedibili polemiche visto che la “predica” no-vax arriva da un atleta squalificato a vita per aver fatto uso di doping.
L’ergastolo sportivo – lo stesso comminato a Danilo Di Luca e a Lance Armstrong – era arrivato proprio il mese scorso con la sentenza della prima sezione del Tribunale nazionale antidoping.
Il 19 aprile del 2012 l’ex ciclista, attualmente residente a Formigine dove gestisce una gelateria, era stato inibito a 12 anni con scadenza 2024 per la pratica dell’autoemotrasfusione. Nel 2008, dopo il secondo posto al Giro d’Italia, Riccò era stato trovato positivo al Tour de France dove aveva anche vinto 2 tappe.
a cura di Mario Pugliese–Copyright© Inbici Magazine ©Riproduzione Riservata