Gaja Bacchin, trevigiana classe 1996, è la classica sportiva multi-tasking. Più facile attaccarle un pettorale che un’etichetta perché Gaja ha mille interessi e per lei lo sport non ha una sola prospettiva.
Il suo è un percorso contrario: prima la passione per il mondo dei motori (in particolare per l’off-road), poi la scoperta del ciclismo (dove resta nello sterrato). Sullo sfondo il lavoro in un istituto zooprofilattico che la porta ad interessarsi al mondo della nutrizione e del benessere in generale.
Gaia, partiamo dal tuo lavoro: cosa ami della medicina?
“Più che dalla medicina di per sé sono affascinata dal concetto di ‘One Health’, ovvero un modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse. E’ un approccio che si basa sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente. Lavorare all’istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie mi dà continui spunti e anche l’opportunità, nel mio piccolo, di fare la mia parte”.
La tua festa di laurea è sintetizzata in una foto…
“Sì, io che vado in bici con le pinne. Stare in piedi è stato quasi più difficile che scrivere la tesi. A parte gli scherzi, ho la fortuna di avere una compagnia di amici fantastici, tutti appassionati di mtb. Dunque, non poteva che finire così…”.
Il mondo sportivo e quello medico, pensi che si possano connettere un giorno?
“Mi piace il mio lavoro e oggi, dopo anni di studio e sacrifici, mi sento realizzata. Non nego però che mi farebbe un immenso piacere riuscire a far convivere una carriera sia in ambito scientifico che sportivo in futuro. Le sfide e la fatica non mi spaventano”.
La bici è parte integrante della tua vita, il mezzo con cui hai superato tanti limiti…
“A dire il vero, tendo a pormi più obiettivi che limiti. Anzi, ogni uscita mi fisso un obiettivo: metri di dislivello, salti spericolati o passaggio tecnico che sia, e tento di raggiungerlo. La bici mi ha insegnato che sognare in grande è importante, ma è utile anche porsi obiettivi a breve termine per avere sempre stimoli e continuare ad impegnarsi. Tanti piccoli traguardi ogni uscita e le grandi soddisfazioni arrivano quasi senza accorgersene…”.
Pratichi diverse discipline, ma quale ti piace di più?
“Mi rendono tutte felici, altrimenti lascerei la bici in garage… Diciamo che nel mio caso dipende molto dal feeling che sento in quel momento: in estate mi sento più a mio agio sul downhill in bikepark rispetto che sulla mia enduro, mentre durante le stagioni più fredde la situazione si ribalta completamente”.
Salti, acrobazie, discese paraboliche: in bici sei una creativa, cosa ti rende così?
“La voglia di non essere nella media. Nello sport mi piace spingermi fino al limite per poi tentare di superarlo e, avendo poco tempo a disposizione tra lavoro, affetti e studio, la creatività è d’obbligo per far quadrare il tutto”.
a cura di Leonardo Serra ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine