L’ecuadoriano della Ineos-Grenadiers, vincitore del Giro d’Italia 2019, ha subito una pesante penalizzazione da parte della giuria in occasione della Liegi – Bastogne – Liegi. L’episodio incriminato è accaduto a 19 km dall’arrivo: Richard Carapaz si era da poco lanciato all’attacco solitario poco prima di affrontare la Cote de la Roche-aux-Faucons ed in un brevissimo tratto in discesa ha mantenuto per un periodo di cinque secondi la posizione che è considerata vietata per una regola dell’UCI entrata in vigore dal 1° aprile.
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La parola agli esperti: abbiamo sentito l’opinione dei commentatori tecnici di Eurosport Wladimir Belli e Riccardo Magrini, e del giornalista e conduttore televisivo Gian Luca Giardini: “La regola c’è e va rispettata” – dice Wladimir Belli – “ma va interpretata guardando diversi fattori. Carapaz si trovava in fuga ed è stato ripreso dopo pochi chilometri, quindi l’episodio non ha determinato l’esito della gara.
La situazione da analizzare è la seguente: può un corridore in piena trance agonistica e dopo 240 km ricordarsi di non mettersi in una determinata posizione che fino a 25 giorni fa era considerata regolare? Per questo secondo me bisogna prima osservare la dinamica dell’episodio in questione, secondo me sarebbe più giusta una ammonizione al primo richiamo e la squalifica in caso di recidività. La punizione per Carapaz secondo me è stata eccessiva, però è un segnale.”
Il “Magro” Riccardo Magrini è chiaro: “Così come è impostata, è una regola che non mi convince. Non solo per la severità ma perchè va a limitare le qualità tecniche dei corridori su un determinato terreno come la discesa. A mio parere ci sono molte altre cose più importanti della posizione in bici vietata, bisogna salvaguardare la sicurezza di tutti i corridori e in Belgio sono stati fatti passi avanti con l’utilizzo di transenne di ultima generazione durante le corse nelle Fiandre. Questo dispositivo dovrebbe essere obbligatorio in tutto il circuito internazionale UCI. Riguardo a Carapaz non mi aspettavo che si sarebbe arrivati a una squalifica del corridore per aver assunto quella posizione in bici solo per pochi secondi”.
Gian Luca Giardini ha un passato da corridore ed ora è giornalista sportivo e conduttore televisivo: “La regola esiste ma giudico severa la squalifica data a Richard Carapaz. La sua posizione in bicicletta secondo me non era così pericolosa da meritarsi una penalizzazione del genere. Bisognerebbe a mio parere modificare la norma in questione: se accade in una gara a tappe al primo richiamo si danno alcuni secondi di penalità e la squalifica al secondo avvertimento. In una gara in linea come la Liegi si da una ammonizione e poi l’espulsione se l’atleta è recidivo. La squalifica al primo richiamo è giusta se la posizione è mantenuta per tempo prolungato”.
Carapaz prima di quell’attacco solitario era stato uno dei più attivi in gruppo per la Ineos – Grenadiers insieme ad Adam Yates e Michal Kwiatkowski, e puntava a diventare il primo sudamericano ad aggiudicarsi la Doyenne. Il destino gli ha lasciato un finale piuttosto amaro, e dovrà rimandare l’appuntamento al prossimo anno.
a cura di Andrea Giorgini ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine