Quando assisti ad una corsa di ciclismo a cui partecipano le ragazze ti rendi immediatamente conto che ti stai ritrovando in un mondo “speciale”.
Dal 18 al 25 Gennaio 2025 in Costa Blanca
Pedala con Riccardo Magrini, Luca Gregorio e Wladimir Belli
i commentatori del cisclimo su Eurosport Italia
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L’ambiente è una grande famiglia, dove ci si conosce un po’ tutti e si ha modo di socializzare con le atlete in breve tempo. Infine, da diversi anni le gare femminili sono cresciute di livello in modo esponenziale, rendendole appassionanti e spettacolari dal primo all’ultimo metro. E non solo: la percentuale delle donne che pedalano è notevolmente cresciuta, ed è un bene che avvicina il gentilsesso ancora di più a questo sport. Molte atlete sono diventate mamme e dividono la propria vita tra famiglia e attività sportiva, i loro figli sono le mascotte delle squadre in cui esse corrono. Qui nascono storie bellissime che meritano di essere raccontate in questa nuova rubrica che nasce oggi su InBiciMagazine ed è denominata “Ritratti Rosa”.
Per la prima puntata abbiamo scelto di raggiungere una terra in cui si resta ammaliati dai panorami incantevoli circostanti, dove infinite distese di meleti delimitano il territorio dei paesini della valle e le montagne innevate delle Dolomiti del Brenta e dell’Altopiano della Predaia fanno da magnifico sfondo.
Questa è la Val di Non, nel cuore del Trentino, dove vive una giovane atleta che da qualche tempo ha fatto breccia nel cuore degli appassionati e degli addetti ai lavori. Letizia Borghesi è di Rallo, una frazione di Ville d’Anaunia, Comune istituito nel 2015 grazie alla fusione di tre paesi: Tuenno, Tassullo e Nanno. Dal 2019 milita in una formazione toscana, l’Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano, grazie alla quale sta ottenendo esperienza e risultati che la portano ad essere con merito una delle atlete italiane di riferimento della nuova generazione.
Letizia vive in una famiglia di sportivi: il papà Giuseppe è stato corridore fino alla categoria dilettanti vincendo cinque corse, e la sorella Giada milita nella medesima squadra, al primo anno nella categoria Elite. Anche mamma Lara è sportiva, le piace correre a piedi ed andare in bicicletta. A pochi passi dalla loro casa vivono molti atleti che sono passato, presente e futuro dello sport italiano: da Maurizio Fondriest, Campione del Mondo 1988 a Ronse, fino a Gianni Moscon, Letizia Paternoster e Rossella Callovi, ed infine il calciatore dell’Inter Andrea Pinamonti, la podista Nadia Battocletti e lo sciatore Luca De Aliprandini, fresca medaglia d’argento nello slalom gigante di sci alpino ai Campionati del Mondo di Cortina d’Ampezzo.
L’atletica è la disciplina che ha dato il via alla carriera sportiva di Letizia, ottenendo buoni risultati nelle corse campestri durante il periodo scolastico, fino a quando nacque il suo amore per la bici, passione trasmessa da papà Giuseppe. Anche lei ha sviluppato l’attività di ciclista grazie alla multidisciplina, includendo Mountain Bike, Strada e Ciclocross. La corsa a piedi è rimasta nel suo cuore e la utilizza tutt’oggi in allenamento alternandola alla bicicletta durante la stagione delle gare e soprattutto in inverno per la preparazione.
La prima gara fu nella categoria G5: “Mi ricordo che ero molto nervosa, non vedevo l’ora di partire per scaricare tutta l’adrenalina che si accumula prima della gara”. La carriera è proseguita nelle categorie giovanili nella squadra di Rallo e nel Team La Pierre fino a Juniores e con cui vinse una corsa che aveva il traguardo alla Madonna del Ghisallo. Infine ecco il passaggio a Elite al Team Servetto di Dario Rossino e poi alla BePink di Walter Zini, per approdare infine alla Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano, dove è tutt’ora da tre stagioni.
Al primo anno nella squadra di Stefano Giugni Letizia ha ottenuto la più grande gioia della sua vita sportiva: dopo numerosi piazzamenti in varie corse è arrivata la vittoria di tappa al Giro Rosa, una giornata indimenticabile che Letizia racconta così: “Non potrò mai scordare l’8 luglio 2019, fu tutto perfetto. Era la quarta tappa del Giro d’Italia, la Lissone-Carate Brianza. Feci una bella azione attaccando con Nadia Quagliotto e Chiara Perini, quel giorno ero determinata a vincere e ci sono riuscita.”
Gli occhi di Letizia brillano nel descrivere gli ultimi chilometri di quella tappa: “Nel finale nessuna tra noi tre voleva più tirare un metro, la collaborazione era saltata e ognuna voleva a tutti costi vincere. Un mese prima avevo perso in malo modo una gara Open a Bolzano e non volevo affatto che si potesse ripetere un episodio simile. Ho aspettato che Nadia facesse partire la volata, eravamo lanciatissime anche perchè il rettilineo era in leggera discesa, e sono riuscita a passarla negli ultimi metri. Fu una emozione indescrivibile, pensavo alla stagione precedente che fu piuttosto difficile, e a Vaiano ho ritrovato la serenità che avevo perso.”
Letizia e Nadia dopo l’arrivo si erano lasciate andare in un abbraccio in cui l’una rincuorava l’altra: “Ho provato empatia con lei, sapevo come poteva sentirsi in quel momento ma l’ho abbracciata e le dissi che ha tutte le carte in regola per fare dei bei risultati e anche di vincere.” Il 2019 è poi continuato ai Campionati Italiani in Abruzzo due settimane dopo: Letizia era in fuga e venne ripresa quando solo 5 km all’arrivo. Si susseguirono altri buoni risultati (tra cui il decimo posto a Plumelec) fino a fine agosto, quando fu investita da un auto in allenamento e che le ha fatto perdere il resto della stagione. Ma il dramma più serio è arrivato ad inizio 2020: “Improvvisamente sono stata colpita da un virus alla retina, vedevo tutto a macchie ed ero terrorizzata. Mi sentivo stanchissima, a terra e demoralizzata ma per fortuna la mia famiglia e la squadra mi sono stati vicini dandomi tanto sostegno. E’ stato duro, anche i medici mi davano poche speranze di tornare a correre, fu un vero trauma che durò un mese, ma piano piano sono riuscita a tornare sulla via del recupero e per me è stato come aver vinto una corsa.”
Il ritorno in bici, a giugno in allenamento dopo il lockdown e poi da agosto alle corse, è stato motivante. “Mi sono preparata a Livigno due settimane e poi sono andata alla Strade Bianche, dove forai dopo pochi chilometri e feci una rincorsa incredibile terminando nelle prime trenta. Arrivò la chiamata in Nazionale per gli Europei Under 23 a Plouay, in Francia, in cui lavorai per Elisa Balsamo che alla fine vinse la gara e per noi fu davvero emozionante. Per me è stato il ricordo più bello della stagione, eravamo felicissime ed io arrivai undicesima.”
Video intervista a Letizia Borghesi prima parte
Il 2021 è cominciato con il terzo posto a Ceriale in una gara open ma alla Strade Bianche fu vittima di una caduta. Ha recuperato poi in vista della Campagna del Nord ma il Giro delle Fiandre fu “macchiato” dalla squalifica a causa di un lancio di borraccia mentre si trovava nel secondo gruppo inseguitore. “E’ stato un boccone amaro da mandar giù, il Giro delle Fiandre è la mia corsa preferita e stavo davvero bene. Ho cercato di rifarmi allo Scheldeprijs, una gara pianeggiante ma resa difficile dal vento e dalle cadute. Per evitare la volata ho provato ad anticipare la corsa ma mi hanno raggiunta a 5 km dall’arrivo: ho avuto sensazioni migliori al Brabante, anche se lì purtroppo non è arrivato il risultato desiderato.”
Video intervista a Letizia Borghesi seconda parte
Quali sono i prossimi obiettivi di Letizia? “Sarò alla Settimana Valenciana, ma il clou della mia stagione sarà al Giro con l’obiettivo della convocazione agli Europei a casa mia qui a Trento e magari anche al Mondiale nelle Fiandre, ma questo devo meritarmelo e darò il massimo per giocarmi le mie carte.”
Come si allena in Val di Non Letizia Borghesi? “Qui intorno a casa mia ci sono tanti Muri che fanno invidia a quelli in Belgio, ed anche delle belle salite, la mia preferita è quella che porta al Lago di Tovel, che ha un tratto ripido nel finale ma quando arrivi in cima il paesaggio ti ripaga la fatica fatta. E’ un posto che consiglio a tutti di andare a vedere. In generale non ho salite che preferisco ma il Ghisallo è per me molto significativo, non solamente perchè ho vinto una corsa in passato ma per il fatto che è un luogo sacro per noi ciclisti, con il Santuario ed il Museo situati in cima.
Mentre uscivamo, lo sguardo era finito su una bacheca che ricorda l’8 luglio 2019, con le foto, i ritagli di giornale con gli articoli di numerosi quotidiani che consacravano quel giorno memorabile a Carate Brianza e la bottiglia di Prosecco ancora da stappare. “La voglio tenere così fino alla prossima vittoria” – mi dice sorridendo prima di salutarci. Una vittoria che speriamo possa tornare presto.
Video intervista a Letizia Borghesi terza parte
a cura di Andrea Giorgini ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine