È l’anno dell’Italia ed una ciliegina sulla torta più grande di questa non poteva esserci.
Training Camp Spagna Costa Blanca
A Febbraio pedala con la tua bici
dove si allenano i campioni del Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta Espana
Scopri di più
Sonny Colbrelli, dopo aver vinto il titolo tricolore e quello europeo, va a prendersi il successo più grande della carriera, entrando nella storia del ciclismo. Il corridore della Bahrain-Victorious al termine di una giornata stupenda, ricca di emozioni e con uno scenario da leggenda (atleti ricoperti dal fango al traguardo), ha conquistato la Parigi-Roubaix 2021.
L’Inferno del Nord, nel vero senso del termine, visto il maltempo che l’ha reso ancor più duro, rimandando gli occhi ad immagine viste decenni e decenni fa. Una gara che era attesa ormai da due anni, rimandata più volte a causa della pandemia, che tutti volevano vincere, ma che è andata ad un fenomeno, diventato eccezionale in questa stagione.
Partenza sotto una pioggia battente che non ha lasciato una minima tregua ai corridori. Scatti e controscatti sin dal via, ma il plotone è rimasto compatto per lunghi tratti, vista l’andatura altissima. Di forza è andata via la fuga di giornata, con una trentina di corridori all’attacco: Harry Sweeny, Tosh Van Der Sande (Lotto-Soudal), Davide Ballerini, Tim Declercq (Deceuninck-Quick-Step), Edaordo Affini, Timo Roosen, Nathan Van Hoordonck (Jumbo-Visma), Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), Toms Skujins (Trek-Segafredo), Fred Wright (Bahrain-Victorious), Greg Van Avermaet (AG2R Citroen Team), Ștefan Bissigger (EF Education Nippo), Andre Cảrvalho (Cofidis Team), Stake Laengen (UAE Team Emirates), Owain Doull, Gianni Moscon, Luke Rowe (Inoes-Grenadiers), Florian Maitre ( Team Total Energies), Luke Durbridge, Robert Stannard (Bike-Exchange), Evaldas Šiškevičius (Delko), Nils Eekhoff (Team DSM), Max Walscheid (Team Qhubeka-NextHash), Imanol Erviti, Matteo Jorgenson (Movistar Team) e Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM).
A mano a mano, con l’ingresso nei settori di pavé, viste le varie disavventure (tra cadute e forature, che in una corsa del genere sono all’ordine del giorno), il tentativo dei trenta è andato ad assottigliarsi, con Vermeersch, Rowe, Eekhoff e Walscheid che in un primo momento hanno guadagnato un leggero margine sui rivali. Nel frattempo si è accesa praticamente subito la corsa nel gruppo dei migliori: protagonisti Wout van Aert, Mathieu van der Poel e Sonny Colbrelli, che con varie accelerazioni si sono presi subito la responsabilità di cambiare il ritmo.
A circa 70 chilometri dall’arrivo si è delineata ancora di più la situazione. Davanti son rimasti un impressionante Gianni Moscon assieme a Van der Sande, Van Asbroeck, Philipsen, Bissegger e Walscheid, con il trentino che è rimasto a lungo in testa alla corsa, staccando tutti i rivali di prepotenza. Da dietro Colbrelli ha anticipato al meglio i tempi con Boivin, un’accelerazione mostruosa di van der Poel ha consentito l’olandese di riportarsi sul campione d’Europa e sul campione canadese, mentre ha dovuto pagare dazio van Aert.
Moscon a 50 chilometri dall’arrivo ha salutato la compagnia e si è involato in solitaria all’attacco, mentre da dietro il terzetto formato da Colbrelli, van der Poel e Boivin è andato a raccogliere i pezzi dei reduci della fuga del mattino. Il trentino al comando ha gestito sempre più di un minuto di margine, prima di incappare in una sfortuna tremenda: nel giro di pochi minuti prima una foratura, poi una caduta in un tratto in pavé a distruggere tutto il vantaggio accumulato.
Sul Carrefour de l’Arbre il cedimento definitivo di Moscon, saltato da un Colbrelli scatenato che si è trascinato dietro van der Poel e un incredibile Vermeersch, che con una corsa molto silenziosa è riuscito a rimanere con i migliori. I tre sono andati a giocarsi il successo nel Velodromo in uno sprint ristretto: Veermersch ha provato ad anticipare, ma un maestoso Colbrelli con uno sprint lunghissimo ha bruciato entrambi gli avversari esplodendo in un pianto liberatorio. Secondo Veermersch, poi van der Poel e un eccezionale, ma sfortunato, Moscon.
Italia protagonista, che torna a vincere una Monumento a più di due anni dal trionfo di Alberto Bettiol al Fiandre, ma che soprattutto torna sul gradino più alto del podio alla Roubaix a 22 anni dal successo di Andrea Tafi nel 1999.
a cura del nostro partner OA Sport – www.oasport.it Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata