Nelle scorse settimane, Giancarlo Brocci, ideatore de L’Eroica, è stato ricevuto dal presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, David Lappartient, per discutere riguardo la possibilità di sfruttare l’onda di consensi che sta ottenendo il movimento Gravel, creando un circuito di gare per chi pedala su questo tipo di bici. La proposta è stata accettata dall’UCI, tant’è vero che dal prossimo anno (fai click qui per rileggere l’articolo) entrerà in vigore un circuito di gare riconosciuto dal massimo ente internazionale del ciclismo.
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A tal riguardo, durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica Ultimo Chilometro, abbiamo intervistato Brocci, il quale ci ha descritto come è nata l’idea di creare un circuito aperto esclusivamente alle bici Gravel. L’intervista è anche disponibile nel file audio di seguito.
“L’Eroica si svolge su bici d’epoca progettate per andare su strada. In seguito, con il mio gruppo di lavoro, abbiamo proposto L’Eroica con bici di tutti i tipi. Nel 1997 L’Eroica nacque come regalo a coloro che partecipavano ad una granfondo dedicata a Gino Bartali, quindi abbiamo avuto un nobile inizio. L’Eroica veniva fatta due settimane dopo quella corsa, e la nostra particolarità era che premiavamo quelli che venivano a pedalare con le bici d’epoca”, spiega Brocci.
L’incontro con David Lappartient ha aperto a delle prospettive interessanti per il futuro: “L’incontro con il presidente dell’UCI era volto a individuare tratti e fisionomia del ciclismo eroico. Credo di essere portatore di un mondo importante di gente che ha riscoperto la strada bianca per allargare gli orizzonti della bici da strada, e di conseguenza ho cercato di tratteggiare una nuova lettura del ciclismo, quella di recuperare la scoperta, il viaggio, senza le preparazioni esasperate che hanno dato una fisionomia diversa al ciclismo di vertice: ci sono tanti modi per trovare nuove strade e nuovi canoni. Noi, dal 2007, portammo i professionisti sulla strada bianca: sembrava una cosa fuori dal tempo e dal mondo, ma l’attuale Strade Bianche iniziò come corollario dell’Eroica”.
Il ciclismo eroico, nonché quello delle bici Gravel, si contrappone al ciclismo di vertice, quello in cui si deve curare ogni minimo dettaglio: “L’Eroica non è solo un’idea commerciale. E’ vero, le iscrizioni per il 4 ottobre sono già chiuse, ma noi non siamo degli imprenditori, siamo degli appassionati: non ci piace il ciclismo sempre più specializzato, con campioni che durano troppo poco e che sono troppo magri. Il ciclismo può essere interpretato a 360 gradi, sia come quello di vertice che come passione: la bicicletta è uno stare insieme, uno stile di vita che libera la mente, è anche lo spettacolo di correre a certi livelli, ma negli ultimi anni si è reso poco credibile perché sono intervenuti molti fattori che hanno tolto l’attenzione dallo sport. Questo è un nuovo modo di affrontare l’agonismo, diverso da quello dei corridori che devono avere meno del 4% del proprio grasso corporeo perché devono vincere un grande giro”.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine