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AUDIO – ROBERTO SGALLA: “LE GARE PROF IN ITALIA SONO MOLTO SICURE, MA CI VUOLE MAGGIORE RISPETTO”

AUDIO – ROBERTO SGALLA: “LE GARE PROF IN ITALIA SONO MOLTO SICURE, MA CI VUOLE MAGGIORE RISPETTO”


Molti incidenti hanno caratterizzato la ripresa del ciclismo professionistico. In primis i due che hanno caratterizzato l’edizione 2020 de Il Lombardia, che hanno visto coinvolti Maximilian Schachmann e Remco Evenepoel. Anche al Giro del Lussemburgo, nell’ultimo periodo, abbiamo visto numerosi incidenti, uno dei quali a dir poco clamoroso con un camion che si è infilato sul percorso di gara.

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Proprio per cercare di capire come possa essere possibile prevenire questi incidenti abbiamo chiamato il prefetto Roberto Sgalla, già direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato, attuale presidente di Formula Bici e massimo esperto in Italia riguardo la sicurezza stradale.

Nell’intervista audio realizzata durante Ultimo Chilometro, Sgalla ha affermato: “Il ciclismo professionistico è il primo sport che ha ripreso insieme al tennis, e questo è molto importante perché anche gli amatori in seguito hanno potuto riprendere, anche se non è ancora possibile parlare di Granfondo identiche a come le conoscevamo. Nelle gare professionistiche c’è un livello di agonismo maggiore e lo stesso livello di preparazione di molti corridori si sta affinando gara dopo gara. Dal canto mio, posso affermare che il ciclismo italiano è di altissimo livello, uno dei migliori al mondo e di ottimo livello dal punto di vista della sicurezza. Non si lesina in termini di risorse, si rispettano tutti i protocolli e c’è uno sforzo notevole”.

Secondo il prefetto Sgalla, i problemi sono da ricercare altrove: “In primis vi è l’intolleranza degli utenti della strada. Quando c’è una strada chiusa per una gara ciclistica, gli automobilisti iniziano a sbraitare, cosa che non succede in Spagna o in Francia. Inoltre, noi abbiamo molte case e molti passi carrabili. Tutti siamo rimasti sotto shock per l’incidente occorso a Maximilian Schachmann, al Lombardia, con una donna che è uscita dalla propria abitazione durante il passaggio della corsa. Però faccio difficoltà a puntare il dito contro gli organizzatori. L’incidente di Remco Evenepoel, che ha turbato tutti noi e che in un primo momento ci ha fatto pensare al peggio, è stato dettato anche dal fatto che il corridore abbia provato a tenere il ritmo di altri discesisti: probabilmente, per motivi di attenzione e forse perché non aveva abbastanza riflessi è andato a sbattere contro uno spigolo. Una componente di fatalità c’è sempre perché c’è un grande senso di agonismo ed è normale che sia così”.

Lo stesso prefetto Sgalla sottolinea che “i regolamenti tecnici prevedono che lo stesso ciclista debba prestare attenzione, ma è un pio principio, perché pè normale che non possano riuscirci come se fossero durante una passeggiata. Però sottolineo che, al di là di una componente di fatalità, le persone che escono dai passi carrabili ed entrano nel circuito di gara, provocando danni drammatici, non sono poche: è successo anche in una gara giovanile. Serve quindi maggiore rispetto da parte degli utenti della strada”.

In questo momento, il prefetto Roberto Sgalla sta svolgendo un grande lavoro all’interno del comitato organizzatore die mondiali di Imola 2020: “Organizzare un mondiale in così poco tempo è davvero una follia, ma siamo felici di regalare a tutti gli appassionati questo grande evento. Io mi sto occupando soprattutto dei rapporti con gli enti locali, ma lo sforzo è importante da parte di tutti. Vivremo delle giornate bellissime e soprattutto credo che il binomio autodromo-ciclismo possa crescere sempre di più nel corso degli anni”.

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