Il prefetto Roberto Sgalla, già direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato, è uno dei massimi esperti in Italia di sicurezza stradale. Insieme al suo gruppo di lavoro, sta cercando di far modificare il codice della strada, attualmente fermo al 1992, al fine di poter rendere la strada più sicura per ciclisti e pedoni.
Dal 18 al 25 Gennaio 2025 in Costa Blanca
Pedala con Riccardo Magrini, Luca Gregorio e Wladimir Belli
i commentatori del cisclimo su Eurosport Italia
Scopri di più
Nell’intervista che abbiamo realizzato durante la trasmissione radiofonica “Ultimo Chilometro”, che vi proponiamo con il file audio allegato all’articolo, Roberto Sgalla torna a parlare degli episodi recenti, che hanno visto coinvolti in incidenti stradali corridori importanti come Alessandro De Marchi, Vittoria Bussi, Letizia Paternoster e Andrea Ortolani, per affrontare più in generale il discorso della sicurezza.
“La gente ha paura di pedalare in strada, invece il ciclismo è un settore incredibile in un mondo che si fa sempre più green. Il codice della strada è fermo al 1992, addirittura si parla ancora di biciclette come di velocipedi: le strade e il traffico sono cambiati molto nel corso di questi anni, ed è giusto continuare a battersi per una riforma del codice. Il problema è che la sicurezza stradale non sembra essere una priorità nell’agenda politica, nonostante ci sia almeno un morto al giorno sulle strade”.
Molti incidenti hanno un comune denominatore, la distrazione degli automobilisti al volante: “Le autovetture di oggi sono sempre più sicure – afferma Sgalla – perché ci sono dei sistemi di sicurezza molto evoluti, però il conducente è bombardato dalla tecnologia: sono pochi i sistemi che impediscono di impostare il navigatore mentre si guida, per esempio. Insomma, spesso gli automobilisti sono più impegnati con i comandi vocali o con i touchscreen piuttosto che essere concentrati a guidare”.
Di seguito l’audio con l’intervista integrale. Buon ascolto.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine