Alla luce dello spostamento al 2021 dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, abbiamo intervistato Silvio Martinello, campione olimpico ad Atlanta 1996 nella corsa a punti ed ex opinionista per la Rai. L’intervista è stata realizzata durante la puntata di Ultimo Chilometro che è andata in onda ieri ed è disponibile di seguito in podcast.
Come è possibile ascoltare nell’audio, Martinello afferma: “La decisione di rinviare i Giochi Olimpici era nell’aria nonostante negli ultimi giorni fossero state date delle garanzie anche dal presidente Bach. La decisione doveva essere presa tra 4 settimane, ma la presa di posizione di Canada e Australia ha accelerato la situazione. Sembrava si volesse cercare la strada meno pericolosa: le Olimpiadi non sono solo un evento sportivo ma anche un grande movimento di denaro”.
Se Martinello fosse stato ancora un atleta, non avrebbe vissuto molto bene questo periodo, come avviene per tutti: “Avrei vissuto con una grande preoccupazione ed è giusto che questa decisione di spostare le Olimpiadi sia stata presa in fretta. Gli atleti non hanno un interruttore che permette loro di accendersi o di spegnersi: c’è bisogno di una pianificazione, ci vuole tempo per preparare i Giochi Olimpici e questo tempo non c’è. Inoltre, per alcuni sport, devono ancora finire le qualificazioni. Insomma, era una scelta obbligata”.
Tornando al ciclismo, “chi potrà dire quando si tornerà a correre? La speranza è per giugno, ma sono anche curioso di capire come verrà modulato il calendario. Sono pochissimi gli organizzatori che hanno annullato l’evento, molti di loro hanno solo rinviato con la speranza di recuperarli. Sento che si potrebbe andare avanti fino a novembre, ma è complicato perché inizia anche la stagione di ciclocross. Il calendario internazionale era già molto ricco, comprimerlo da giugno a ottobre è davvero molto complicato, quindi qualcuno dovrà rinunciare. Come faranno gli organizzatori di grandi eventi a convincere i più piccoli? In qualche modo bisogna fare delle scelte. Ma agli organizzatori che devono rinunciare bisogna dare la possibilità di non sparire“.
“In questo – prosegue Martinello -, Christian Prudhomme ha assicurato che il Tour de France inizierà e finirà nelle date prestabilite. E’ chiaro che anche l’organizzazione del Tour dovrà fare i conti con la realtà. Ma credo che con un Tour de France senza pubblico molte squadre potrebbero decidere di non andare. Si continua a fare la voce grossa, ma non c’è più nessuno che può permettersi questo. Un virus ha messo in ginocchio il mondo intero, nessuno può fare proclami in questo momento“.