Articolo a cura di Chiara Corradi per InBici Magazine
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Il 17 giugno del 1945, in un Belgio che intravedeva la prima luce dopo l’occupazione nazista e le battaglie della Seconda Guerra Mondiale, Eddy Merckx nasceva a Meensel-Kiezegem. Oggi il “Cannibale” – questo il soprannome che gli venne dato in gara – è il corridore più vincente di sempre: 5 Tour de France, 5 Giro d’Italia, 1 Vuelta, 3 volte Campione del Mondo e 19 vittorie nelle classiche monumento, sono solo alcune delle classifiche che Merckx ha nel suo palmares.
La passione per il ciclismo arriva a sedici anni, quando Eddy diventò corridore dilettante con la maglia della Ever Kerkhoek Sportif: 51 le vittorie in questa categoria, prima di passare a professionista. Nel 1965 la Solo Superia, capitanata da Rik Van Looy, sceglie il belga per rinforzare la sua squadra: Merckx passa così a professionista e – nel primo anno – vince ben 8 corse. Nel 1966 decide di passare alla Pegeout di Gaston Plaud: Rik Van Looy, infatti, aveva scelto come suo successore un gregario storico e la maglia della Solo Superia iniziava a stare stretta ad un Merckx che già pensava alle grandi tappe. Un successo che non tarderà ad arrivare: passato nella scuderia di Plaud, infatti, il belga vinse subito la prima delle sue sette Milano Sanremo. Una vittoria in volata, davanti a campioni già affermati come Adorni, Gimondi e lo stesso Van Looy che l’anno precedente lo aveva – per così dire – “snobbato”.
Nello stesso anno la prima sfida con Gimondi, che diventerà poi il rivale temuto, al Giro di Lombardia: qui Gimondi correva in casa e la vittoria non fu difficile. Anche il 1967 fu un anno importante per Merckx: conquistò la seconda Milano-Sanremo e anche la Freccia Vallone. Quando tutti pensavano che fosse un corridore da classiche, il belga si dimostrò “un osso duro” anche al Giro d’Italia, dove vince in volata a Lido degli Estensi e sulla Majella prima di essere fermato per colpa di una brutta bronchite. Un anno che si conclude con la vittoria ai Campionati del Mondo di Heerlen.
Il passaggio alla Faema e l’inchiesta sul doping – Il 1968 segnò il passaggio alla Faema di Vincenzo Giacotto, dove si mise al fianco di Vittorio Adorni. La prima vittoria di stagione del belga fu la Parigi-Roubaix. Una delle sue vittorie più belle è quella delle Tre Cime di Lavaredo al Giro d’Italia: in maglia rosa, dopo aver vinto già quattro frazioni della Corsa Rosa, il “Cannibale” recuperò i dieci minuti che lo separavano dal gruppo in fuga e tagliò il traguardo in solitaria. Eddy Merckx partecipa al Giro d’Italia 1968 indossando la Maglia Rosa per 13 giorni.
Tris alla Milano Sanremo l’anno successivo, prima di aggiudicarsi anche il Giro delle Fiandre e la Liegi-Bastogne-Liegi. Tutto faceva ben sperare per un Giro d’Italia da favola, come l’anno precedente, ma ad un controllo antidoping a Savona Merckx risultò positivo alle anfetamine e la sua corsa – inevitabilmente – venne fermata. Il caso fece molto scalpore: Merckx si dichiarò sempre innocente e il Belgio accusò l’Italia di aver fatto un complotto. Il “Cannibale”, però, non si arrende e a luglio riparte per il Tour de France: agguantata la maglia gialla nella seconda frazione, Merckx la tenne sulle sue spalle fino a Parigi, dove arrivò anche con la maglia a pois, la maglia verde e la combinata. L’anno successivo – il 1970 – è quello della doppietta Giro – Tour, un’impresa riuscita fino a quel momento solo a Fausto Coppi e Jacques Anquetil.
Gli anni alla Molteni e il ritiro – Nel 1971 Eddy Merckx decide di passare alla Molteni: nella prima parte di stagione vinse la quarta Milano Sanremo e la seconda Liegi-Bastogne-Liegi. Niente Giro: per quell’anno il belga si concentra solo sul Tour, vinto per la seconda volta consecutiva. Nel finale di stagione arrivò anche la seconda vittoria al Campionato del Mondo, dove si giocò il testa a testa per 50 km con Felice Gimondi. Ad ottobre, il Lombardia, chiude un’annata che porta Merckx a 54 successi stagionali.
Anche il 1972 è l’anno del dominio di Merckx: nel suo palmares la quinta Milano Sanremo, la terza Liegi-Bastogne-Liegi, doppietta Giro e Tour e seconda vittoria consecutiva al Lombardia. L’anno successivo il belga decide di partecipare per la prima volta alla Vuelta di Spagna: prima partecipazione e prima vittoria. Nelle strade spagnole Merckx ebbe la meglio su Ocana. Con questa vittoria Merckx divenne il terzo ciclista ad assicurarsi tutti e tre i Grandi Giri: prima di lui solo Anquetil e Gimondi. Oltre alla Vuelta, quell’anno il belga vinse anche il Giro d’Italia e il Lombardia; nulla da fare per il Campionato del Mondo di Barcellona dove ad avere la meglio fu Felice Gimondi.
Il “Cannibale” era inarrestabile: nel 1974 replica con la tripletta Giro-Tour-Mondiale. Nelle ultime due stagioni alla Molteni – nel 1975 e nel 1976 – Eddy Merckx tornò a vincere nelle grandi classiche. Il primo anno portò a casa il secondo Fiandre, la sesta Milano Sanremo e la quinta Liegi-Bastogne-Liegi. Il Giro d’Italia non lo disputò per un’infortunio; mentre al Tour Merckx andò in crisi nella tappa di Pra Loup e consegnò la maglia gialla a Thevènet. Il secondo anno aggiunse al Palmares il sesto successo alla Milano Sanremo; niente da fare per il Giro d’Italia, vinto da Felice Gimondi. Celebre la frase del belga all’arrivo dell’ultima tappa della Corsa Rosa: “Senza Gimondi mi sarei divertito meno, e vincere sarebbe stato più facile”. Gli ultimi due anni – alla Fiat France e al Team C&A – segnarono il declino del “Cannibale” che, nel marzo 1978, decise di ritirarsi: la sua ultima gara fu la Omloop Van Het Waasland, il 19 marzo 1978.