Non so come possa aver reagito Ernesto Colnago di fronte allo sfogo di Fabio Aru subito dopo la caduta nella tappa di ieri della Vuelta. Ok, c’e stata sicuramente tutta una serie di concomitanze: la caduta, il periodo nero che sta attraversando il sardo e la pressione di dover fare bene. Insomma, chi è che non si arrabbierebbe in una circostanza del genere? Ma forse è proprio per questo che bisogna mettere un punto fermo.
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in fondo, diciamo la verità: la bici è stata il mezzo con il quale Fabio ha vinto una maglia tricolore, è salito sul podio del Giro e ha vinto una Vuelta. Non stiamo parlando di robetta.
Quella c***o di bici, come lui stesso l’ha definita in un momento di (comprensibile) rabbia, non lo ha mai tradito. In fondo, se non Pedali non vai avanti, e se non freni non si ferma.
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Fabio Aru ha dimostrato ancora una volta a tutti che sta vivendo una stagione nerissima. A questo punto bisogna fermarsi, fare una riflessione e iniziare a puntare sul 2019, che dovrà essere l’anno del riscatto. È inutile continuare tra proclami e crisi isteriche: meglio prendersi del tempo, riflettere e reagire. Ma, prima di tutto, chiedere scusa alla bici. Quel mezzo che è sempre con te, nei momenti facili come in quelli difficili.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine