Abbiamo raggiunto telefonicamente Simone Velasco che sabato scorso si è laureato Campione Italiano a Comano Terme. Il classe 1995 e portacolori del Team Astana Qazaqstan ha battuto allo sprint Lorenzo Rota e Kristian Sbaragli: “Ho ancora un bel po’ di mal di gambe ma passa in secondo piano dopo una giornata così. Sto provando emozioni indescrivibili, è una maglia che inseguo da quando ho cominciato a correre e riuscirci nella massima categoria penso sia la ciliegina sulla torta di questa stagione“.
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Simone, che grande soddisfazione…
“Una soddisfazione immensa, sono venuti a vedermi la mia compagna Nadia con la nostra bimba Diletta e tanti amici. Non c’è gioia più grande, sono davvero felice”.
Come hai festeggiato?
“Ho festeggiato domenica in compagnia con la famiglia a Bologna, dove abbiamo fatto una grigliata e ne abbiamo approfittato per passare del tempo tutti insieme”.
Che corsa è stata quella di sabato a Comano Terme?
“Una corsa combattuta sin da subito, Basso è stato superlativo, ha controllato tutta la prima parte di corsa e Battistella mi ha permesso di rimanere a sua ruota. Come squadra abbiamo fatto un ottimo lavoro”.
C’è stata un po’ di polemica per la volata: che sprint è stato?
“Una volta battuta la ruota di Trentin – che era l’uomo più veloce in volata – arrivato ai 200 metri sapevo che me la sarei potuta giocare e sono partito al momento giusto. C’è stata un po’ di confusione, ma è normale che ci siano certi intoppi. A volte ti trovi al posto giusto nel momento sbagliato, io mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto”.
Che cosa significa per te vestire questa maglia?
“E’ un motivo di grande orgoglio. Adesso ci sarà da divertirsi, questa maglia mi dà tanta motivazione per la seconda parte di stagione per poter fare bene”.
Quando debutterai con la maglia tricolore?
“Stiamo valutando insieme alla squadra se cominciare al Giro di Polonia oppure in Spagna ad agosto. La Nazionale? Al momento non ho ancora parlato nel dettaglio con il ct Bennati, vedremo più avanti ma ci ci sarà bisogno io chiaramente ci sono e sarà per me motivo di grande orgoglio con l’obiettivo di onorare sempre al massimo la maglia tricolore. Prima però di cominciare la seconda parte di stagione, stacco 10 giorni e torno a casa all’Isola d’Elba per recuperare un po’ di energie sia fisiche che mentali. Prima di cominciare con le corse andrò in altura in Val di Fassa per 15 giorni”.
Per un anno alle corse avrai questa grande maglia da onorare: pensi possa essere una pressione in più?
“No, anzi una motivazione in più. Le pressioni me le lascio scivolare addosso. Sono convinto che da adesso sarò ancora più convinto e motivato del solito”.
A chi dedichi questa vittoria?
“Alla mia compagna, alla mia bambina e a tutti coloro che mi sono sempre stati vicini a partire dalla mia famiglia che è rimasta al mio fianco anche nei momenti più difficili. Avevo promesso questa vittoria anche al mio amico Pietro e la sua compagna Paola che a settembre diventeranno genitori di Matilde. Avevo inoltre promesso una tappa al Giro anche a Giulio, il mio primo tifoso, che purtroppo è venuto a mancare un paio di settimane prima della Corsa Rosa, questa vittoria è anche per lui. Dedico questo successo anche a Umberto Inselvini, il nostro massaggiatore che ci ha lasciati ad inizio anno quando eravamo in raduno in Spagna. Voglio sempre ricordarlo perché rimarrà per sempre nei nostri pensieri e nel nostro cuore ed infine un pensiero speciale va anche a Gino Mäder che ci ha lasciati durante il Giro di Svizzera e a tutta la sua famiglia”.
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