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COVID-19: LO SPORT E’ SUL LASTRICO, MA IL CALCIO CHIEDE 700 MILIONI AL GOVERNO


Alla fine dell’emergenza Coronavirus, il calcio sarà l’unico sport che si salverà. Tutto il mondo dello sport è in ginocchio, e ci fermiamo solo a questo ambito, visto che è il settore di cui ci occupiamo, anche se in realtà tutta l’economia mondiale sarà messa in ginocchio da questo oscuro nemico contro il quale non esiste ancora una cura specifica.

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Insomma, fermandoci allo sport, è notizia di ieri che il CIO ha dovuto specificare che, almeno per adesso, non è previsto uno slittamento delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il Comitato Internazionale farà di tutto per salvare le Olimpiadi, che dovrebbero svolgersi dal 24 luglio al 9 agosto.

Nel frattempo, vediamo le gare di ciclismo rinviate, i campionati di basket che potrebbero essere annullati, per non parlare di quelli di pallavolo. Perfino la Formula 1 è in crisi profonda, visto che non si riesce a capire se e quando potrà partire la stagione.

L’unico sport che si salverà dal Coronavirus è il calcio. Non parlo solo del fatto che, per fortuna, i calciatori positivi al COVID-19 stanno tutti bene, ma parlo del fatto che il Governo italiano pagherà una cifra colossale per “rimborsare” il pianeta calcio, il quale non ha potuto regalare il proprio spettacolo a milioni di persone che ogni mese pagano le televisioni per vedere tutto, dall’ingresso negli spogliatoi dei calciatori fino al momento in cui si tolgono le mutande per entrare sotto la doccia.

Secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, la Lega Calcio ha subìto dei danni che oscillano dai 70 milioni, già sicuri, ai 170 nel caso in cui si ripartisse con altre partite a porte chiuse. Saranno fino a oltre 700 milioni se la stagione saltasse definitivamente. Per non parlare poi dei 17 milioni in meno che sono entrati nelle casse della Figc per non aver potuto disputare le amichevoli della nazionale italiana.

L’obiettivo della Federcalcio e dei club di serie A sarà quindi quello di chiedere i danni al Governo italiano, e qualcosa ci dice che la somma richiesta, prima o poi, sarà pagata.

Cari amici organizzatori di gare di ciclismo, di tutti i livelli: come vedete, anche in situazioni nelle quali bisognerebbe mettere al primo posto la salute, in altri ambiti prevalgono sempre prima i soldi. E’ inutile scervellarsi per cercare di capire quando e come può essere inserita di nuovo una corsa in calendario. Ci troviamo tutti sulla stessa barca. Ma voi pensate se RCS Sport, oppure il GS Emilia, dovessero chiedere una somma al Governo per non aver fatto disputare la Tirreno-Adriatico o la Settimana Coppi & Bartali.

Foto LaPresse/Fabio Ferrari – Tirreno-Adriatico 2019

Per non parlare poi dei ciclisti professionisti, molti dei quali rischiano di rimanere a piedi la prossima stagione perché non hanno corse da poter affrontare. Ma ripeto, noi ci fermiamo al ciclismo perché è il nostro ambito. Pensiamo a chi rischia di non poter prendere parte alle Olimpiadi, dopo che ha lavorato per 4 anni a questo obiettivo. E pensiamo all’economia in generale, visto che verrà chiesto a tutti un sacrificio per poter ripartire. ma nel calcio l’unico sacrificio breviato è quello di correre su e giù lungo una fascia laterale.

Tutto il mondo dello sport è in ginocchio, ma qualcuno (il mondo del pallone) si salverà, gli altri andranno tutti a picco. E’ scritto nel destino, e crediamo sia scritto sopratutto nell’agenda del Governo.

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