Un corridore che ha fatto la storia del ciclismo moderno: due Giri d’Italia, una Vuelta de Espana, un Tour de France, due Tirreno -Adriatico, due Giri di Lombardia, una Milano – Sanremo, sette podi nei grandi giri, titoli tricolori e una infinità di altre corse vinte.
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Parliamo di Vincenzo Nibali. E in ammiraglia c’era sempre lui, Paolino Slongo, direttore sportivo e allenatore trevigiano. Una storia lunga quattordici anni tra lo Squalo siciliano e l’ex corridore della Unione Ciclisti Trevigiani, che vive nel quartiere di Santa Bona, a Treviso. E nel cui studio dietro l’ufficio postale di quartiere, in silenzio, sono passati e passano fiori di corridori e di campioni.
Tra questi appunto Vincenzo Nibali. Quattordici anni, dall’esordio del promettente corridore siculo in Liquigas, tra i professionisti, sino allo scorso gennaio. Una sorta di separazione che Paolo Slongo, storico preparatore che con la sua dedizione ha permesso al siciliano di arrivare sempre pronto ai grandi appuntamenti, ha subito: “Vincenzo ha scelto un preparatore diverso da me. Ha maturato questa decisione tra dicembre e gennaio. Preferisco pesare bene le parole e commentare il meno possibile questa scelta. Ho preso atto della decisione di Vincenzo. Io continuo il mio lavoro all’interno della Trek Segafredo seguendo altri corridori come Gianluca Brambilla che in questo inizio di stagione ha già vinto tappa e classifica generale al Tour des Alpes Maritimes et du Var. E seguo, per il nostro team femminile world tour la campionessa italiana Elisa Longo Borghini, seconda alle Strade Bianche”.
Insomma si tratterebbe di un divorzio davvero clamoroso, ma Paolino Slongo, al rientro dalla Tirreno – Adriatico verso Treviso, preferisce parlare di scelta esclusiva di Vincenzo Nibali: “Rimane il rapporto di amicizia e di lavoro mio all’interno del team. Ho seguito Vincenzo in ammiraglia nella cronometro finale della Tirreno – Adriatico. Ripeto, è una scelta del campione siciliano e io la accetto”.
I rumors parlano di Nibali interessato ad un finale di carriera alla Alberto Contador, giocandosi il tutto e per tutto alle prossime Olimpiadi di Tokyo, che si dovrebbero disputare a luglio. Sempre che il commissario tecnico Davide Cassani lo convochi in nazionale però. 36 anni ormai suonati: per il siciliano vincere la medaglia olimpica equivarrebbe a coronare il sogno di una incredibile carriera ciclistica, sfumato cinque anni fa a Rio de Janeiro, a causa di una grave caduta in discesa.
Da gennaio, a seguire la carriera del campione della Trek Segafredo c’è il basco Josu Larrazabal. Insomma una decisione, quella di Nibali, che lascia l’amaro in bocca al preparatore e allenatore trevigiano, che negli anni ha collezionato numerosi titoli e premi sia da direttore sportivo che da preparatore. I campioni da seguire nel mondo del ciclismo non gli mancano e la competenza nemmeno.
a cura di Tina Ruggeri ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine