Il TAS si dichiara contrario alla normativa etica. Il Tribunale di Arbitrato dello Sport di Losanna è stato chiamato in causa in seguito al ricorso di Fabio Oliveri, del quale vi abbiamo già parlato in questo articolo. L’organo supremo dello sport ha espresso parere negativo su quella che è la cosiddetta normativa etica che coinvolge il ciclismo amatoriale. Una regola introdotta da Gianluca Santilli nel 2013, lui che all’epoca era responsabile del settore amatoriale della Federciclismo: impedire il tesseramento a livello amatoriale di tutti i ciclisti che in passato abbiano subìto una squalifica pari o superiore ai sei mesi.
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Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i giudici del TAS hanno spiegato che la norma etica «sembra doversi ritenere affetta da invalidità e non possa trovare applicazione, ragion per cui una volta decorsa la sanzione l’atleta dovrebbe poter tornare a gareggiare o a prendere parte ad eventi sportivi».
Mentre la FCI sostiene che quella del TAS non sia una vera e propria decisione in merito all’annullamento della normativa etica (e in effetti non lo è), è chiaro che un parere negativo del Tribunale di Arbitrato dello Sport impone al CONI di prendere una decisione in merito riguardo questa norma che è di fatto una sorta di squalifica a vita per tutti coloro che in passato hanno avuto problemi di doping.
Il massimo organo sportivo italiano è quindi chiamato a chiarire questo parere negativo del TAS nei confronti della normativa diramata dalla Federazione. E’ difficile dire, ad oggi, se i cicloamatori squalificati potranno tornare a gareggiare, ma di certo questa situazione deve essere risolta in tempi brevi.