Patrick Lefevre lo ha dichiarato a chiare lettere alla stampa belga: “La Deceuninck-QuickStep ha ingaggiato Mark Cavendish in quanto egli stesso ha trovato i fondi per potersi pagare il proprio stipendio”. Il corridore dell’Isola di Man ha uno sponsor alle spalle che gli ha permesso di ottenere un ingaggio in una delle squadre dove maggiormente ha fatto bene nella propria importante carriera, la Deceuninck-QuickStep, con la quale è sempre rimasto in ottimi rapporti.
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Quando si è diffusa la notizia, attraverso i social network, sono arrivati dei commenti un po’ troppo semplicisti su questa vicenda. C’è addirittura chi ha paragonato Mark Cavendish ad un corridore ridotto a poco più di un cicloamatore o un Under 23 che fa difficoltà a trovare squadra.
Proviamo ad analizzare la situazione. Mark Cavendish è il corridore in attività più famoso nel Regno Unito, a causa del fatto che molti dei suoi successi non sono arrivati solo su strada, ma anche in pista. La popolarità di Cavendish è molto più importante di quella di Chris Froome e di Geraint Thomas, nonostante questi ultimi abbiano vinto la maglia gialla al Tour de France e – nel caso di Froome – anche la Vuelta e il Giro d’Italia.
Visto sotto questo punto di vista, appare quindi abbastanza chiaro che non siano pochi i brand importanti che vogliano decidere di sostenere un corridore come Cavendish. La sua popolarità è la sua forza, ottenuta grazie a vittorie molto importanti. Ad oggi, il velocista ha vinto 30 tappe al Tour de France, 15 frazioni al Giro d’Italia, un campionato del mondo, una Milano-Sanremo, tre tappe alla Vuelta, 10 frazioni al Giro della California e tre Scheldeprijs. Questi sono solo i suoi principali successi: se poi dobbiamo aggiungere quelli ottenuti in Qatar, a Dubai, alla Tirreno-Adriatico e in tante altre corse, non finiremmo più di scrivere.
Nelle ultime stagioni, la carriera di Mark Cavendish è stata purtroppo funestata dal virus di Epstein-Barr, e la sua ultima vittoria risale al 2017, quando si impose in una tappa del Dubai Tour.
Con un palmares così importante, molti corridori avrebbero potuto decidere di smettere di gareggiare. Cavendish non lo ha fatto per una semplice ragione: vuole raggiungere il record di Eddy Merckx, che ad oggi è il corridore capace di vincere il maggior numero di tappe al Tour de France. Cavendish ne ha vinte 30, Merckx è a quota 34. Servirebbero “solo” quattro volate ben fatte per permettere al britannico di raggiungere il Cannibale belga.
Dopo tre stagioni decisamente sottotono, qualsiasi squadra avrebbe potuto dire di no a Mark Cavendish. Ma questo corridore ha un obiettivo molto importante, e ha quindi deciso di muoversi in prima persona per raggiungerlo. Trovarsi uno sponsor, mettersi a disposizione di una squadra che conosce molto bene e cercare di raggiungere quell’obiettivo che è all’orizzonte da tanti anni, ma che non riesce ad agguantare.
Che sia questa la volta buona? Difficile da dirsi ad oggi, ma una cosa è certa: Cavendish non corre per il capriccio di correre, anzi. Ha dimostrato di avere un obiettivo chiaro e di volerlo raggiungere. E sono davvero pochi i corridori in grado di fare questo. Ecco perché non bisogna rimproverare né Cavendish, né la Deceuninck-QuickStep. E se sono rose, fioriranno.