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photo @SprintCyclingAgency©2024

Filippo Baroncini: “Ero arrivato a pormi delle domande. Nelle Classiche del Nord posso giocarmela”


Passato tra i professionisti nel 2022, per Filippo Baroncini sono state stagioni in salita, caratterizzate da tanta sfortunata e svariati infortuni che non gli hanno permesso di continuare il suo processo di crescita in modo continuativo. Dopo due anni alla Lidl-Trek, il romagnolo è passato in forza alla Uae Team Emirates, dove, anche lì, non ha passato una prima stagione semplice. Baroncini in questa seconda parte di stagione sembra vedere la luce in fondo al tunnel, rialzandosi dopo ogni caduta. Lo scorso 21 settembre ha centrato la sua prima vittoria da professionista, alla Super 8 Classic, con un’azione solitaria che ha ricordato tanto quelle che faceva nel 2021, l’ultimo anno da Under23 in cui ha vinto tanto e bene, compreso il Mondiale nelle Fiandre a Lovanio.

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Il tuo passaggio tra i professionisti non è stato semplice, con tanti infortuni che hanno ritardato la tua crescita. Poi da metà della stagione 2024 cosa è scattato?
“I primi due anni sono stati molto difficili soprattutto a causa degli infortuni che hanno rallentato il mio processo di crescita. Il passaggio alla UAE mi ha permesso di crescere tanto e ciò che mi ha permesso di fare il salto di qualità è l’aver corso il mio primo Grande Giro, correndo la Vuelta quest’anno”.
 
Che idea ti sei fatto su una corsa di tre settimane?
“Un Grande Giro può dare tanto, se corso nel modo giusto: ho avuto modo di mettermi in mostra, di lavorare per i miei compagni e allo stesso tempo ho avuto il giusto tempo per rifiatare e quindi per recuperare le giuste energie necessarie per le tre settimane”.

Cosa ha rappresentato per te la vittoria al Super 8 Classic?
“È stato un momento di libertà, mi sono tolto un peso grossissimo. Da quando sono passato professionista, ho sempre cercato la vittoria che ha faticato ad arrivare, ma adesso mi sento ripagato di tutti i sacrifici e per il non aver mai mollato nei momenti bui”.

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Hai capito quale può essere la tua dimensione tra i professionisti?
“Ho capito che posso giocarmela e che posso divertirmi, che poi è l’aspetto più importante”.

Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix, pensi che un giorno potrai ambire a questi traguardi?
“Secondo me sì. Quest’anno stavo bene, avevo una buona condizione ed ero pronto per le Classiche, ma la caduta al Gp de Denain ha compromesso un po’ la mia primavera. Al momento non so dire dove posso arrivare, ma penso di potermela giocare e fondamentale è stata la vittoria in Belgio, su un percorso non semplice, che mi ha dato fiducia e consapevolezza”. 

Hai dimostrato un’ottima propensione per le cronometro. Sarà sempre più un tuo focus?
“Sulle cronometro mi sono sempre concentrato molto, ma i risultati sono stati altalenanti. Vorrei comunque continuare a lavorarci molto con lo scopo di migliorarmi, ma senza puntare solo alle prove contro il tempo. Mi piace essere un corridore polivalente”.

Non deve essere stato facile ripartire dopo ogni caduta. Come sei riuscito a reagire ogni volta?
“Caratterialmente sono molto forte e questo mi ha permesso di riuscire a non mollare mai, permettendomi di  trarre un insegnamento anche da questi momenti”.

Qual è stata la volta più difficile?
“Sicuramente la terza volta della frattura al radio, in pochi mesi. In quel momento mi sono fatto parecchie domande, però sono periodi passati e voglio pensare solo a ciò che verrà”.

C’è un obiettivo che ti piacerebbe realizzare nel 2025?
“Disputare una campagna del Nord come si deve, che ci sia la salute e di continuare a divertirmi come successo nel finale di stagione, non voglio pormi al momento un obiettivo particolare”.

Sei nella squadra più forte del mondo, solo quest’anno 82 vittorie. Cosa ha la UAE più delle altre?
“Il gruppo fa la differenza insieme alla mentalità vincente della squadra. Tutti sanno quel che devono fare e quindi qual è il proprio ruolo del Team. È una squadra con tanti corridori forti e questo è sicuramente uno stimolo per continuare ad alzare sempre di più l’asticella”.

Qual è il tuo rapporto con Pogacar?
“Un rapporto tranquillissimo. Ho corso poco con Tadej e le altre volte l’ho visto in ritiro, quindi non ho avuto modo di legarmi troppo, ma per lui ho sempre lavorato al massimo e spero sia contento del mio lavoro. Sicuramente ci saranno altre occasioni per conoscerci meglio e correre insieme”. 

Il sogno nel cassetto?
“La Milano-Sanremo. Mi piacerebbe correrla prima o poi e testarmi su quel percorso che è da sempre la corsa dei sogni”.

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A cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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