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FLAVIO VALSECCHI, IL MECCANICO CHE LAVORA TRA DONNE E CANGURI
Flavio Valsecchi

FLAVIO VALSECCHI, IL MECCANICO CHE LAVORA TRA DONNE E CANGURI


Flavio Valsecchi è nato a Giussano in un freddo 24 dicembre di 32 anni fa. Ha il genoma del ciclista e, dopo una serie di problemi e la rottura del crociato, all’età di 15 anni il padre gli regala una bici rossa.

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Come spesso accade, bastano due pedali per tramutare un periodo nero in una folgorazione. Flavio decide di fare il ciclista. Ha talento, intelligenza tattica, ma i mezzi non sono quelli del campione. E così, dopo aver disputato le sue due ultime stagioni (dai 23 ai 25 anni) in una squadra Continental giapponese (Team Ukyo), al ritorno dall’Asia, decide di iniziare a lavorare come meccanico ciclistico.

Rispolvera la vecchia agendina e contatta i dirigenti delle squadre nella quali aveva militato negli anni precedenti. “Ho imparato un mestiere – dice – datemi un’opportunità”. Oggi, dopo una lunga gavetta, lavora per la squadra femminile del team Bike-Exchange.

Flavio, come ti trovi in questo team australiano?

“ll mio lavoro è la mia passione, io amo quello che faccio. Le donne hanno feedback diversi sui materiali rispetto agli uomini, ma è entusiasmante lavorare nel ciclismo femminile sopratutto con ragazze forti come le nostre”.

Quando non sei fuori per le gare, aiuti tuo padre nel negozio di famiglia…

“Sì, mio papà gestisce un’officina. Lui non è solo un meccanico, è un artista. Riesce a riparare ogni bici. Io, quando ho tempo, lo aiuto sulle bici di ultima generazione, ma tutto quello che oggi so l’ho imparato da lui. Stargli al fianco è sempre un arricchimento professionale, ma il mio mondo sono le corse: io amo la competizione, l’adrenalina delle corse e il carisma dei campioni”.

Cosa comporta far parte di una squadra World Tour?

“Né più né meno che le stesse responsabilità che puoi avere anche con una piccola squadra. A qualsiasi livello tu lavori, le bici devono essere sempre curate al massimo, soprattutto per una questione di sicurezza. Le velocità in gara sono alte, i materiali sono sempre più delicati quindi bisogna dedicare massima attenzione a tutto. L’unica differenza è che, a questi livelli, c’è sicuramente molto più lavoro. Abbiamo corridori che hanno 7/8 bici personalizzate…”.

Per te questo team è un punto di arrivo?

“Penso di essere in una delle migliori squadre al mondo, con colleghi altamente professionali. Ma sul lavoro contano anche i rapporti e noi siamo davvero un team affiatato. In magazzino c’è sempre ‘Ciccio’, il più anziano o, come piace dire a lui, il più esperto; c’è Alberto “il re delle crono”, e Fausto detto “il rosso” che è il nostro capo. Da loro c’è sempre da imparare.

Sinceramente sono felice nella mia posizione e, in questo momento, non potrei aspirare a nulla di meglio”.

Il ciclismo femminile negli anni è cresciuto parecchio: pensi che si arriverà mai al top degli uomini?

“Sicuramente il ciclismo femminile si sta evolvendo molto in questi ultimi anni. La nostra squadra, sul piano dell’organizzazione e della logistica, è già sullo stesso livello di quella degli uomini. Vedo attorno a me realtà che stanno crescendo e lo stanno facendo bene. Sì, credo che questo movimento, preso o tardi, avrà la stessa importanza di quello maschile”.

a cura  di Leonardo Serra ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine

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