Fernando Gaviria fa sua la terza tappa del Giro d’Italia 2019 dopo il declassamento di Elia Viviani. Il velocista italiano, che aveva tagliato il traguardo in prima posizione, è stato sanzionato per il contatto con Matteo Moschetti (Trek – Segafredo) nel momento di lanciare lo sprint con la vittoria che è quindi andata al secondo classificato Gaviria. Alle spalle del colombiano della UAE Team Emirates si piazza Arnaud Démare (Groupama – FDJ) con il podio di giornata completato da Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe). Migliore degli italiani proprio Moschetti alla fine con il suo quarto posto davanti a Giacomo Nizzolo (Dimension Data) , Jakub Mareczko (CCC Team) e Davide Cimolai (Israel Cycling Academy).
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Nessun problema per Primoz Roglic (Jumbo – Visma) che mantiene la maglia di leader della generale davanti a Simon Yates (Mitchelton – Scott) e Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida).
Come avvenuto nella giornata di ieri anche oggi la fuga si forma subito dopo la partenza ufficiale della tappa. La differenza sostanziale però è che se ieri si erano mossi diversi corridori oggi all’attacco c’è il solo Sho Hatsuyama (Nippo Vini Fantini Faizanè). Il giapponese quando vede che nessun corridore lo segue però non si rialza e decide di continuare la sua azione in solitaria arrivando fino a 7’10” di vantaggio. Il gruppo dietro ovviamente controlla la situazione con Thomas De Gendt (Lotto Soudal) a fare l’andatura, andando a riprendere il fuggitivo a 75 chilometri dalla conclusione. Dietro a questo recupero così anticipato la volontà del gruppo di non correre rischi visto il forte vento fin dai primi chilometri. Pericolo vento però che non si concretizza con il gruppo che arriva compatto fino agli ultimi chilometri. Le uniche emozioni righuardano una foratura di Richard Carapaz (Movistar) a nove chilometri dalla conclusione e poco dopo una caduta che costringe alcuni corridori, fra i quali lo stesso Carapaz, a perdere qualche secondo in classifica.
Si arriva così allo sprint dove il primo a partire è Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe). Il tedesco però parte troppo presto e viene quindi superato da Elia Viviani (Deceunick – QuickStep) che va a vincere in maniera netta resistendo nel finale alla rimonta di Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Il campione italiano però nel momento di partire tocca Matteo Moschetti (Trek – Segafredo) e questo porta la giuria a declassare Viviani con la vittoria che viene assegnata alla fine a Gaviria.
ORDINE D’ARRIVO
1. Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) 5h22’18”
2. Arnaud Démare (Groupama – FDJ) +0”
3. Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) +0”
4. Matteo Moschetti (Trek – Segafredo) +0”
5. Giacomo Nizzolo (Dimension Data) +0”
6. Jakub Mareczko (CCC Team) +0”
7. Davide Cimolai (Israel Cycling Academy) +0”
8. Manuel Belletti (Androni – Sidermec) +0”
9. Chirstian Knees (Team Ineos) +0”
10. Sacha Modolo (EF Education First) +0”
CLASSIFICA GENERALE
1. Primoz Roglic (Team Jumbo – Visma) 10h21’01”
2. Simon Yates (Mitchelton – Scott) +19”
3. Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) +23”
4. Miguel Angel Lopez (Astana) +28”
5. Tom Dumoulin (Sunweb) +28”
6. Rafal Majka (Bora – Hasngrohe) +33”
7. Bauke Mollema (Trek – Segafredo) +39”
8. Damiano Caruso (Bahrain – Merida) +40”
9. Pello Bilbao (Astana) +42”
10. Victor De La Parte (CCC Team) +45”
A cura di Riccardo Zucchi per iNBiCi magazine
Suggerisco di tirare delle linee parallele con sensori di pressione dai 500 mt al traguardo, dotare ogni atleta di sensore di prossimità e sensori cerebrali con controllo remoto da parte di un potente pc.
Però poi non parliamo di sport, di competizione.
Ai tempi dei grandi ciclisti tutto era lecito ma è proprio grazie a questa liceità che, oggi possiamo parlare di quei campioni che altrimenti non avremmo mai avuto.
E se poi pensiamo al genio di Leonardo che orrore a progettare, costruire, senza laurea, oggi sarebbe processato per mancanza di titoli idonei a svolgere la professione……..sarebbe un disoccupato.
Forza dunque !! snaturiamo, anestetizziamo, imbrigliamo in norme e regole ogni secondo della vita umana e poi godiamoci lo spettacolo……