Secondo il rapporto annuale del Censis, il 37% degli italiani utilizza molto meno di prima i mezzi pubblici. “L’82,5% delle Pmi – si legge – ritiene che in futuro nessun lavoratore potrà operare in regime di smart working. La percentuale scende al 66,4% tra le aziende di dimensioni maggiori (10-49 addetti). Si può stimare che 14 milioni di persone, tra settore privato e impiegati pubblici, opereranno presso le abituali sedi di lavoro e 3,5 milioni con modalità nuove che non prevedono una presenza giornaliera costante”.
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Al di là dell’utilizzo dello smart working, sappiamo bene che gli italiani non utilizzano i mezzi pubblici solo ed esclusivamente per andare al lavoro. Muoversi in macchina nelle grandi città è sempre molto difficile a causa del traffico, e vi è bisogno di una vera alternativa al trasporto privato motorizzato.
Si è parlato a lungo di queste tematiche la scorsa primavera, subito dopo l’uscita dal lockdown. Non a caso, infatti, il governo italiano ha lanciato l’idea del bonus bici, al fine di permettere alle persone di prendere maggiormente la bicicletta e lasciare a casa l’autovettura.
Tutti noi sappiamo però bene come è andata a finire: è stato molto difficile ottenere il bonus, ma soprattutto non vi è ancora una rete di piste ciclabili adatta a favorire gli spostamenti in maniera capillare.
Riteniamo sempre più giusto e opportuno sottolineare come questo sia un treno che passa una sola volta nella vita. Se davvero si vuole rendere l’Italia ciclabile, questo è il momento giusto. Ma purtroppo non si vedono ancora dei concreti passi in avanti sotto questo punto di vista. Le bici acquistate con il bonus restano in cantina, in quanto molte persone hanno paura di muoversi in mezzo al traffico. E come è possibile dare loro torto?
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