Come menzionato in precedenza da cyclingweekly.com, una rivoluzione tecnologica sta per investire il mondo del ciclismo: il VAR (Video Assistant Referee) fa il suo ingresso ufficiale nelle competizioni ciclistiche. La Federazione Ciclistica Olandese (KNWU) ha annunciato l’introduzione di questo sistema durante la nuova competizione NL Beach Cup di quest’inverno.
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Il sistema, già ampiamente utilizzato nel calcio con risultati spesso dibattuti, verrà implementato attraverso l’uso di telecamere Go-Pro assegnate casualmente ai corridori, in combinazione con un sistema di livestream e almeno un arbitro VAR.
Marcel van Beek, responsabile del beach racing presso la KNWU, ha spiegato: “Come in altri sport competitivi, chi guarda le immagini in diretta ha talvolta un vantaggio rispetto all’arbitro o alla giuria presente sul posto. Per questo motivo introdurremo gradualmente il VAR durante le competizioni di beach race, in aggiunta alla giuria presente sul campo.”
Una prima gara pilota con il VAR si è già svolta, mentre un’altra – la NK Katwijk – è programmata per questo fine settimana sulla costa a nord dell’Aia. Il sistema è ancora in fase sperimentale, tanto che Van Beek ha definito il beach race un “laboratorio vivente” per le innovazioni.
Il beach racing è una disciplina invernale molto popolare nei Paesi Bassi, con 13 eventi nel calendario KNWU di quest’inverno, di cui cinque nella nuova NL Beach Cup. Le gare si svolgono sulla sabbia per una durata di 90 minuti o più.
La prima sperimentazione del VAR non ha registrato incidenti significativi. Il “giudizio digitale”, come viene anche chiamato, potrebbe rivelarsi particolarmente utile nelle gare su strada, dove percorsi più tecnici e la presenza delle ammiraglie potrebbero generare più situazioni da valutare in tempo reale. Le telecamere potrebbero persino contribuire a rendere le gare più sicure.
Resta da vedere se questo sistema verrà esteso ad altre discipline ciclistiche e, soprattutto, se il mondo del ciclismo sia pronto ad accogliere questa innovazione tecnologica che potrebbe cambiare radicalmente il modo di giudicare le competizioni.
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