In questi giorni di metà aprile sono molte le persone e le autorità che cominciano a pensare a quella che è stata comunemente ribattezzata fase 2, ovvero il momento in cui si cerca di superare le misure restrittive dovute al Coronavirus e si pianifica uno stile di vita con il quale dovremo fare ancora i conti con la paura del contagio, pur non avendo l’obbligo di rimanere in casa come la fase 1.
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Uno degli argomenti sui quali si sta dibattendo di più in questi giorni riguarda il trasporto: durante la fase 2, con la paura del contagio, sarà difficile servirsi dei mezzi pubblici, soprattutto nelle grandi città, in quanto potrebbero essere affollati e potrebbero non permettere di rispettare le distanze di sicurezza, che dovranno essere mantenute anche in fase 2.
Anche l’automobile diventa un mezzo di trasporto inadeguato durante la fase 2. Iniziamo dalle auto a noleggio o dal car-sharing, che tanto va di moda per chi si sposta nel centro delle grandi città: come si fa a salire su una vettura sulla quale non sappiamo chi è salito poco prima di noi? E se magari a qualcuno è scappato uno starnuto? Purtroppo non sappiamo chi utilizza queste auto, non conosciamo la sua storia sanitaria, ed è difficile dare fiducia a questo modo di muoversi.
Anche l’auto privata non è un mezzo ideale per muoversi dopo l’emergenza Covid-19. Può capitare, muovendosi da soli, di ricevere richieste di passaggi, ed essere costretti a stare quindi per diverso tempo chiusi in auto insieme a una persona che non conosciamo. Inoltre, se abbiamo avuto paura di un possibile contagio, bisogna sanificare l’abitacolo ogni volta che ne abbiamo il sospetto. Bisogna poi considerare la componente ecologica: in questo periodo di Coronavirus, dovendo restare a casa, il livello di inquinamento dell’aria si è drasticamente abbassato. Utilizzare l’auto vuol dire riportare il livello di inquinamento a salire in tempi brevi.
La motocicletta o lo scooter non ci permettono di rimanere da soli: anche in questo caso, possiamo condividere il mezzo di trasporto con un’altra persona, e in alcune occasioni possiamo ritrovarci a prestare il casco. Anche in questo caso, quindi, la paura del contagio è sempre dietro l’angolo.
A questo punto, la bicicletta diventa davvero l’unico mezzo ideale per potersi muovere mentre dobbiamo convivere ancora con la paura del contagio da Covid-19. La bicicletta è l’unico mezzo di trasporto che ci permette di rimanere completamente soli, chiaramente rispettando le distanze che ci vengono imposte tra un ciclista e l’altro, siano essere di 2 metri, di 10 o di 20. In questo caso è necessario essere molto scrupolosi delle regole e non stare vicini alle altre persone che vanno in bicicletta.
Il mezzo di trasporto a pedali permette comunque di rimanere da soli, ci fa restare in forma (sarà un fattore importante questo dopo l’obbligo di rimanere a casa), e offre la possibilità di muoversi in maniera smart, senza troppi problemi e senza inquinare l’aria.
L’estero sta già promuovendo l’uso della bicicletta, in alcuni casi anche durante questa fase 1 dell’emergenza sanitaria. In Inghilterra, ad esempio, le biciclette elettriche del bike sharing vengono fornite gratuitamente a tutte le persone che lavorano in ospedale. In Italia bisognerà togliersi dalla testa che la bicicletta è solo ed esclusivamente un mezzo di trasporto ludico o un mezzo che permette agli appassionati di allenarsi: la bicicletta è un mezzo di trasporto come tutti gli altri, ed è per tale che deve essere preso. Che poi sia anche divertente utilizzarla, questo è un altro discorso.
Cari amici! La bici non genera interessi economici (per ora). Niente tasse di possesso, niente assicurazioni, niente carburanti… Ecco perché non la fanno decollare!