Il ciclismo mondiale vede sfumare altre due giovani promesse del Soudal-QuickStep Devo Team, un team noto per coltivare talenti emergenti nel mondo del ciclismo professionistico. I giovani atleti, il francese Gabriel Berg e il britannico Cormac Nisbet, entrambi rispettivamente di 18 e 19 anni, hanno deciso di appendere la bici al chiodo ancora prima di iniziare la loro carriera nel professionismo.
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Il 19enne Nisbet è stato il primo a fare questo doloroso passo nel mese di agosto, quando ha annunciato il suo addio al mondo del ciclismo con un lungo post pubblicato sui suoi canali social. In questo post, Nisbet spiegava nel dettaglio le motivazioni dietro la sua sorprendente scelta di vita. “Da quando ho memoria, ho sempre avuto un unico grande obiettivo nella vita: diventare un ciclista professionista. Indipendentemente da ciò che è successo al di fuori di questo obiettivo, il ciclismo mi ha dato la disciplina, la concentrazione e la separazione per perseguirlo. Mi ha gratificato in modi che non credevo possibili e mi ha messo alla prova con sangue, cicatrici e lacrime,” scriveva il britannico su Instagram il 18 agosto. Tuttavia, ha anche rivelato che “gli ultimi mesi sono stati incredibilmente difficili” per lui, poiché “questo obiettivo è svanito”. Nisbet ha spiegato che lo stile di vita che sognava da bambino non era più un futuro che desiderava perseguire, poiché non gli dava la felicità. Di conseguenza, ha deciso di abbandonare le corse a questo livello e di comune accordo di ritirarsi con effetto immediato.
Poche settimane dopo, è arrivato l’annuncio del suo compagno di squadra Berg, che ha dichiarato il suo ritiro a fine stagione a soli 18 anni di età, dopo un anno di permanenza nel team sviluppo della Soudal-QuickStep. Berg ha spiegato che è stato lontano dal mondo del ciclismo per 6 settimane a causa di una frattura al polso subita in allenamento. “Questa pausa mi ha permesso di rispondere a molte delle domande che mi sono posto per diversi mesi sul ciclismo ad alto livello,” ha confidato il giovanissimo talento francese. Ha aggiunto: “Come sapete, amo il ciclismo e diventare professionista era un mio sogno, ma quest’anno mi ha fatto capire che non era necessariamente per me: tanti sacrifici, tempo lontano dai miei cari, cadute ripetute, tensione costante, poco tempo per fare altro. Così ho preso la decisione di smettere di pedalare ai massimi livelli e di tornare alla bicicletta che amavo, con meno grattacapi, meno vincoli e forse anche più piacere.”
In una recente intervista a L’Equipe, Berg ha poi rivelato che a pesare sulla sua decisione siano state anche le tragiche morti dei corridori André Drege, nella quarta tappa del Giro d’Austria, e quella del suo ex compagno di squadra Thomas Bouquet per una caduta in allenamento. “Oggi è toccato a loro, ma avrei potuto essere io,” sono le parole del francese riportate da IDL Pro Cycling. Ha aggiunto che il suo corpo è danneggiato e ha cicatrici a vita. “Lo scorso luglio, durante una gara in Belgio, sono caduto quattro volte in dieci chilometri. Ero un po’ spaventato. Anche la mia età ha giocato un ruolo nella mia decisione di smettere. A 18 anni non ero ancora pronto, era troppo presto. Non avevo la maturità necessaria per abbandonare tutto per il ciclismo. Mi sentivo intrappolato in una routine. Non avevo una vita sociale. Le squadre di sviluppo non vogliono perdersi la prossima pepita d’oro, il futuro Pogacar, il futuro Evenepoel. Quindi, non appena un giovane mostra dei risultati, lo ingaggiano, ma non tutti siamo come Pogacar o Remco.”
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Cicloturismo sulla Riviera dei Fiori: Tra Mare e MontiA cura della redazione di Inbici News24
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