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LE ATMOSFERE DEL GIRO A DUE GIORNI DAL VIA: LA RINASCITA PARTE DA TORINO

LE ATMOSFERE DEL GIRO A DUE GIORNI DAL VIA: LA RINASCITA PARTE DA TORINO


Torino la magica, Torino l’esoterica. Torino l’egizia e la massonica. Città mistica, il confine tra il bene e il male.

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Il Giro della ripartenza sceglie l’ex capitale d’Italia per schiacciare sotto i piedi la pandemia. La corsa rosa torna così nella sua sede naturale, quella di maggio.

Torino parte mettendosi alle spalle l’ovest, come impongono le tradizioni magiche e le leggende della sua fondazione, nel 28 avanti Cristo, Augusta Tauronorum, voluta fortemente da Augusto a difendere i domini romani con alle spalle le Alpi.

Piazza Castello e il parco e il Castello del San Valentino sono luoghi del bene, quasi un voler benedire la rinascita dal buio, dall’anno di pandemia che ha schiacciato lo sport. Molto meno il ciclismo, unico sport, è bene ricordarlo, che è riuscito a fare attività anche con le categorie giovanili.

Torino la città delle Porte Palatine, Torino la città della Sindone e del Museo Egizio che custodisce una piccola testa mummificata di Seth, così vuole la leggenda, il dio dell’oscurità e delle tenebre che uccise Osiride, la divinità del Sole. Insomma il Giro d’Italia 2021 è la corsa della rinascita vera e propria. Anche se le rigide restrizioni continuano. A cominciare dalla sala stampa e dai pass.

Un tempo le restrizioni quasi non si conoscevano. Ora pass rigidamente personale con tanto di codice QR e zone riservate. E misurazione di temperatura e tampone sempre ovunque e comunque. I giornalisti non protestano. E rispettano diligenti la separazione tra giornalisti di carta stampata, web, televisione, fotografi e tanto altro. Ad ognuno il proprio settore nelle zone di partenza, arrivo, quartier tappa, mixed zone. Insomma, ognuno al proprio posto.

E i corridori? Beh, quelli si possono vedere solo attraverso i link su zoom, per ascoltare i loro sogni, i loro obiettivi, le novità e i cambiamenti dell’ultima ora. E ahimè, nonostante i tamponi e nonostante le precauzioni che gli atleti hanno imparato ad adottare, tamponi appunto, mascherina sempre e comunque rigorosamente, nessun rapporto con l’esterno eccetto il personale dello staff del team, può sempre accadere l’imponderabile. Ovvero il “falso positivo”.

Un tempo c’era il falso magro e il positivo per doping. Ora c’è il positivo al coronavirus e il falso positivo. Ultima vittima eccellente Alessandro Tonelli che – per un triplo salto mortale di tamponi negativo-negativo-positivo – è stato costretto ad abbandonare all’ultimo, alla sera del mercoledì, e lasciare il posto alla riserva Filippo Zana. E dalla sala stampa parte il toto scommesse del Giro d’Italia.

‘Vincenzo Nibali (ITA – Trek – Segafredo) – photo Dario Belingheri/BettiniPhoto©2020

Il sogno per gli italiani rimane Vincenzo Nibali, schierato al via nonostante una brutta frattura al polso, una operazione a tempo di record e un tutore bionico. Ma il morale di Nibali non è al massimo.

Al suo fianco anche Giulio Ciccone. Lo scalatore abruzzese in questa stagione ha perso un po’ di smalto. Difficile per lui pronosticare tre settimane al top in questo Giro. Ma si sa, i corridori nascondono sempre delle risorse inattese. E poi diciamola tutta. Le nostre speranze sono riposte nel duo Gianni Moscon e Filippo Ganna, i due granatieri bersaglieri della Ineos Grenadier. E le due bandiere dell’Italia alle Olimpiadi di Tokyo.

Il nonese di Cles, Gianni Moscon ha vinto due tappe al Tour of the Alps. Filippo Ganna è l’uomo dell’impossibile. Saranno pedine fondamentali a Tokyo. Moscon per la strada e Filippo Ganna farà la cronometro e correrà in pista, il quartetto e l’inseguimento. Almeno da programma. Insomma tifiamo per loro e mettiamoci pure tra i papabili vincitori di tappa anche Sonny Colbrelli e Matteo Fabbro, lo scalatore friulano che correrà il Giro anche lui in vista delle Olimpiadi di Tokyo.

Photo Fabio Ferrari / LaPresse

Del resto scalatori italiani ne abbiamo pochi, che possono vincere un giro a tappe di tre settimane ancora meno, accontentiamoci almeno di qualche podio parziale. Per gli stranieri, lasciamo tifare gli stranieri.

a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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