Nella giornata di ieri è stato reso noto che il motociclista Andrea Iannone, pilota nella MotoGp, è risultato positivo ad un controllo antidoping. La positività è stata riscontrata agli steroidi anabolizzanti: un’accusa importante, alla quale il pilota italiano ha risposto con la massima tranquillità richiedendo le controanalisi.
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Sul sito internet del Corriere della Sera, si è voluto quasi per forza di cose unire la vicenda al ciclismo e al doping in generale. L’attacco dell’articolo (che trovate cliccando qui), recita: “Un ciclista positivo a un controllo antidoping non fa notizia, un motociclista sì”.
Nel nostro piccolo, vorremmo far notare che Il Corriere della Sera è un giornale che ha fatto dei servizi molto importanti per ciò che concerne il doping nel ciclismo e nello sport in generale. Se viene svolta una ricerca continua in questo ambito, da un punto di vista giornalistico, vuol dire che quando un ciclista viene trovato positivo la notizia c’è ancora.
Inoltre, poche righe più giù, nell’articolo del Corriere della Sera, si sottolinea questo: Curiosamente, il motociclismo è uno degli sport con più positività all’antidoping del panorama sportivo: il 2,1% se si considerano tutte le discipline, il 2,6% nelle gare su pista. Ma questo è il primo caso nella MotoGp. I ciclisti si fermano all’1,2%.
I dopati, quindi, sono più nel motociclismo che nel ciclismo. Allora, per quale motivo il ciclista deve essere trattato in questo modo?
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine