Nonostante sia ancora alle prese con l’infezione da Coronavirus, Luca Scinto ci risponde con la massima disponibilità al telefono.
“Per fortuna va meglio, anche mia moglie inizia a stare decisamente meglio – spiega il direttore sportivo della Vini Zabù-Brado-KTM ai nostri microfoni – ma nei giorni scorsi me la sono vista davvero brutta. Ho avuto la saturazione a 90. Chi dice che il Covid è poco più di un’influenza sbaglia di grosso”.
Luca, quando ha avvertito i primi sintomi?
“Pochi giorni dopo la fine del Giro d’Italia. Forse ho abbassato un po’ la guardia quando sono uscito dalla bolla della squadra. Non ho fatto chissà cosa, nei primi giorni dopo il Giro ho fatto le solite commissioni che si fanno quando si è a casa. Raccomando a tutti: indossate una buona mascherina, lavatevi le mani e mantenete il distanziamento”.
Come è stato per lei questo Giro d’Italia nella bolla?
“Sicuramente è stata una corsa diversa rispetto alla solita alla quale siamo abituati. Al mattino andavi alla partenza, poi la gara, in hotel non potevi nemmeno avvicinarti ai membri delle altre squadre. Però credo che il ciclismo abbia insegnato a tutti gli altri sport come si convive con il Covid-19. Siamo stati un esempio per tutti, il meccanismo delle bolle ha retto”.
Nella tappa di Tortoreto, quando sono esplosi i casi Covid in gruppo, ha pensato che il Giro sarebbe potuto non arrivare a Milano?
“Sinceramente no. Bisogna capire una cosa: quando si fa sport a livello professionistico bisogna anche accettare dei rischi. La Mitchelton-Scott è stata molto sfortunata, ha avuto tantissimi casi di Covid in squadra, ma la scelta della Jumbo-Visma è inspiegabile. Se non si sentono sicuri in Italia, perché sono andati in Spagna? Non ha avuto senso questo ritiro in blocco per un solo postivo. Il problema è che è mancato il rispetto delle grandi squadre verso RCS Sport. Le squadre World Tour, anche se partecipano di diritto si grandi giri, devono portare rispetto a chi organizza in una situazione del genere”.
Lei è soddisfatto del rendimento della sua squadra?
“Devo dire di sì, siamo andati in fuga tutti i giorni e abbiamo sfiorato la maglia azzurra con Giovanni Visconti. Considerando il nostro budget, abbiamo fatto meglio di tante altre squadre che spendono cifre molto più importanti della nostra. Credo che Giovanni non abbia vinto la maglia azzurra perché è stato troppo generoso nella tappa in cui l’ha presa, le cose sarebbero potute andare diversamente, ma si è fatto prendere dalla foga”.
Le dispiace che il prossimo anno Visconti vada alla Bardiani-CSF-Faizanè?
“A Giovanni auguro ogni bene, ma mi dispiace. Pensavo potesse arrivare con noi fino a fine carriera: ha scelto una squadra del nostro stesso livello. Mi dispiace, ma gli auguro ogni bene”.
Copyright © INBICI MAGAZINE