In un recente seminario annuale tenutosi a Nizza il 25 e 26 novembre 2024, l’UCI ha finalmente preso una posizione chiara riguardo all’uso del monossido di carbonio (CO), una pratica controversa legata al rebreathing. Questo metodo, che ha suscitato molte discussioni nell’ultimo anno, non era stato precedentemente commentato in modo deciso dall’Unione Ciclistica Internazionale, nonostante in passato avesse confermato che non era considerato illecito.
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Durante il seminario, che ha visto la partecipazione di circa 160 partecipanti, tra cui il vincitore del premio di corridore dell’anno Tadej Pogačar, rappresentanti di squadre, organizzatori e ciclisti sia maschili che femminili, sono stati trattati vari aspetti medici, inclusi gli effetti dell’inalazione ripetuta di monossido di carbonio sulle prestazioni. Questo incontro è stato un’importante opportunità per discutere le ultime novità scientifiche e le preoccupazioni emergenti riguardo alla salute degli atleti.
In una nota ufficiale, l’UCI ha dichiarato: “I partecipanti al seminario sono stati informati sulle attuali conoscenze sugli effetti dell’inalazione ripetuta di monossido di carbonio (CO) sulle prestazioni.” L’organo di governo del ciclismo ha chiesto chiaramente a squadre e corridori di astenersi da tali pratiche, specificando che “solo l’uso medico di una singola inalazione di CO in un ambiente medico controllato potrebbe essere accettabile.”
Questa posizione dell’UCI è particolarmente significativa in un momento in cui la salute e la sicurezza degli atleti sono al centro del dibattito sportivo. Il monossido di carbonio, un gas tossico, è stato oggetto di discussione per il suo potenziale uso come metodo per migliorare le prestazioni, ma gli effetti a lungo termine sulla salute degli atleti rimangono incerti e preoccupanti.
Inoltre, l’UCI ha ufficialmente richiesto all’Agenzia Mondiale Antidoping di prendere una posizione sull’uso di questo metodo da parte degli atleti. Questa richiesta sottolinea la necessità di una maggiore regolamentazione e chiarezza in merito, poiché l’uso di sostanze e metodi non approvati può mettere a rischio non solo le prestazioni sportive, ma anche la salute generale degli atleti.
Il seminario ha anche fornito un’importante piattaforma per i ciclisti e i rappresentanti delle squadre per esprimere le loro preoccupazioni e discutere le migliori pratiche per garantire un ambiente competitivo sano e sicuro. Le discussioni hanno incluso come le squadre possano migliorare la formazione e la consapevolezza riguardo all’uso di sostanze potenzialmente dannose, promuovendo al contempo l’integrità sportiva.
Questa presa di posizione rappresenta un passo significativo verso la sicurezza e l’integrità nel mondo del ciclismo, affrontando una questione che ha generato preoccupazioni tra atleti e appassionati. Con il continuo sviluppo della scienza dello sport, è fondamentale che le organizzazioni sportive si adattino e rispondano in modo proattivo alle nuove informazioni e alle pratiche emergenti.
In conclusione, l’UCI sta dimostrando un impegno crescente nel proteggere la salute degli atleti e nel garantire che il ciclismo rimanga uno sport pulito e giusto. L’attenzione verso il monossido di carbonio e il rebreathing è solo una parte di un discorso più ampio sulla sicurezza degli atleti, e le prossime mosse dell’UCI e dell’Agenzia Mondiale Antidoping saranno osservate con grande interesse.
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Cicloturismo sulla Riviera dei Fiori: Tra Mare e MontiA cura della redazione di Inbici News24
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