Alexey Lutsenko ha vinto contro tutta la sfortuna che gli si è accanita contro. Due cadute (“in entrambe le circostanze, non so nemmeno io come ho fatto a cadere”) e una vittoria arrivata allo sprint, dopo che gli avversari erano riusciti a raggiungerlo. In Kazakistan, Lutsenko è definito il nuovo Alexandre Vinokourov, e proprio sotto la sua ala protettrice sta crescendo questo ragazzo.
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“Ho svolto un lungo lavoro in altura per affrontare al meglio la prima parte di stagione e ho fatto un buon ritiro prima del Tour of Oman, ho ottenuto il quarto posto alla Omloop Het Nieuwsblad e questo successo. Ora, dopo la Tirreno-Adriatico, vorrei rilassarmi un po’ prima di affrontare le classiche delle Ardenne. Lo scorso anno ho corso sul pavè, ma con il management della squadra abbiamo deciso che sarebbe meglio correre Amstel, Freccia e Liegi. Per questo motivo non farò la Milano-Sanremo: dopo la Tirreno ho bisogno di staccare un po’ prima di questi appuntamenti”.
L’Astana è la formazione che meglio sta tenendo il passo della Deceuninck-Quick Step: le due formazioni hanno ottenuto 17 successi a testa, e si candidano per diventare plurivittoriose alla fine del 2019. L’impresa di Lutsenko di oggi sarà sicuramente ricordata a lungo: “Parlo bene l’italiano perché vivo a Monaco, l’Italia mi piace molto. Il mio sogno è quello di vincere l’Amstel Gold Race, perché ho vinto il mondiale da Under 23 nel 2012, e in quell’anno la corsa terminava sul Cauberg. Sarebbe bellissimo vincere di nuovo lì”. Il successo è dedicato “solo a me stesso. Ho avuto dei problemi con mia moglie, per fare questo mestiere al meglio bisogna stare tante ore in bicicletta ogni giorno, allenarsi duramente e fare bene”.
Da Fossombrone, Carlo Gugliotta per InBici Magazine