Il gravel, nel ciclismo, è un fatto nuovo: l’Italia che trova podi ne è una declinazione felice dalle nostre parti. A Cittadella, dietro il belga Gianni Vermeersch, è arrivato Daniel Oss, che ha preceduto un signor corridore, l’olandese Mathieu van der Poel. L’Italia completa l’affare con il 7° posto di Alessandro Demarchi e il 9° di Davide Ballerini.
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Così Oss al sito della Federazione Italiana Ciclismo: “La condotta di gara non si poteva prevedere, pensavamo sarebbe stato un po’ come un’avventura. Abbiamo sfruttato la situazione, perché ben presto si è frammentato il gruppo, chi era davanti era favorito. E’ nata una fuga a 2, sarebbe stata meglio se fossimo stati in 3 o 4. Si è evoluto tutto in modo strano. Lui (Vermeersch, N.d.R.) è stato più forte e bravo nel tecnico. Negli ultimi 10 chilometri, nel single track ho perso metri e poi il gap è cresciuto. Semplicemente avevo dato tutto”.
Notevole l’impegno richiesto: “Ho sofferto tantissimo, al di là della fuga, non è facile gestire una corsa a 300 watt medi, in pratica come una Roubaix. Se ho pensato anche di poter vincere? Un po’ ci ho sperato, a 30 km dalla fine. Volevo anticipare, ma lui aveva una buona gamba”.
Sul tipo di competizione: “Si apre un nuovo mondo satellite del ciclismo. La specialità non è né strada né mtb, ma una cosa nuova che deve essere capita. Il gravel ha un futuro ed è un modo diverso di pensare la bicicletta, sia a livello industriale che per il resto“.
Molto stringate le parole, comunque felici, del ct Daniele Pontoni: “Chiudiamo 2 giornate con 2 medaglie storiche per il settore. Ieri il bronzo di Chiara Teocchi, e un’ottima prova di squadra, a cui si somma l’argento di Daniel Oss. Hanno corso tutti in modo impeccabile, grazie ai ragazzi e allo staff”.
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