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Nessun divieto dei rebreather di monossido di carbonio nel ciclismo


Il Movimento per il Ciclismo Credibile (MPCC) non ha attualmente in programma di chiedere nuove regole contro l’uso dei rebreather di monossido di carbonio, una pratica che ha suscitato notevole discussione durante il Tour de France, soprattutto dopo un report di Escape Collective. Questi dispositivi consentono di dosare con precisione il monossido di carbonio nei polmoni per misurare l’emoglobina, ma ci sono preoccupazioni sul loro possibile abuso per miglioramenti delle prestazioni.

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Come precedentemente riportato da cyclingnews.com,

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diversi team (Cofidis, TotalEnergies, Lotto-Dstny, Uno-X Mobility, Israel-Premier Tech, Groupama-FDJ, Arkéa-B&B Hotels, Red Bull-Bora-Hansgrohe, Intermarché-Wanty, EF Education-EasyPost, Decathlon-AG2R and DSM-Firmenich-PostNL) hanno confermato di avere accesso a questi dispositivi, sottolineando che li utilizzano per monitorare i valori ematici e non per migliorare artificialmente le prestazioni. Il ciclista in maglia gialla, Tadej Pogačar, ha inizialmente minimizzato le domande sull’argomento, per poi rivelare di aver utilizzato un rebreather di monossido di carbonio all’inizio di un campo di alta quota. Anche Jonas Vingegaard ha confermato il suo utilizzo, affermando che serve a misurare l’emoglobina nel sangue.

L’uso dei rebreather di monossido di carbonio non è vietato dalla World Anti-Doping Agency (WADA), e il presidente del MPCC, Roger Legeay, ha dichiarato che l’organizzazione non ha attualmente piani per adottare misure contro l’uso di questo dispositivo nel ciclismo professionistico. Dodici squadre del Tour 2024 sono membri del MPCC, tra cui Israel-Premier Tech.

Legeay ha affermato che si sta parlando di qualcosa di ipotetico piuttosto che di sospetto, e ha sottolineato che al momento non ci sono prove che tali dispositivi vengano utilizzati per migliorare le prestazioni. Il MPCC adotta regole antidoping aggiuntive e volontarie, come il divieto dell’uso di chetoni e cortisone in competizione, e ha anche spinto per vietare il Tramadolo.

Il MPCC è stato fondato nel luglio 2007 in risposta agli scandali di doping che hanno colpito quel Tour, e negli anni successivi il Tour è diventato un indicatore del successo della lotta contro il doping nel ciclismo. Le domande sulla credibilità dei ciclisti sono emerse di nuovo durante il Tour, specialmente dopo prestazioni eccezionali in montagna.

Legeay ha sottolineato che i ciclisti di punta devono svolgere un ruolo attivo per ridurre le preoccupazioni sulla credibilità dello sport e ha affermato che non si può eliminare del tutto il sospetto, ma si possono fare di più per ridurlo. Ha ribadito che il MPCC svolge un ruolo attivo nella lotta contro il doping, andando oltre le regole della UCI.

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A cura della redazione di Inbici News24
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