“Se non si corre quest’anno, l’anno prossimo non avrò una squadra”
Training Camp Spagna Costa Blanca
A Febbraio pedala con la tua bici
dove si allenano i campioni del Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta Espana
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Parole che pesano, specialmente se arrivano da Patrick Lefevere, dirigente della Deceuninck-QuickStep, della quale è alla guida (con i diversi nomi che ha preso il team) dal 2003. La crisi causata dal nuovo Coronavirus potrebbe mettere in ginocchio uno dei colossi del ciclismo mondiale, che negli ultimi 18 anni ha recitato un ruolo da assoluto protagonista in seno al gruppo.
Il discorso, però, è ancora più ampio: “Il 50% delle squadre spariranno – ha detto a Sporza – Il Team INEOS è pieno di soldi, mentre lo stato pagherà parte degli salari delle squadre francesi. Loro avranno meno difficoltà, ma il mio team sarà nei guai”.
“Sono nell’ambiente da 40 anni: se non ci saranno gare, molte squadre moriranno. Il calendario? Non mi lamenterò: nelle circostanze attuali, dobbiamo essere umili e sperare che si possa correre”.
Inutile specificare che il quadro dipinto da Lefevere è ai limiti dell’apocalittico per il movimento: la chiusura di un numero elevato di squadre (dalle formazioni giovanili fino al World Tour) sostanzialmente precluderebbe a molti atleti di correre, andando a sfoltire anche i campi partendo di gare che probabilmente non avrebbero più senso. Pensando alle squadre, alle società organizzatrici e alle altre attività collegate, molti posti di lavoro sono in bilico: ripartire, nel massimo della sicurezza, diventa essenziale.