Il 2020 sarà una sorta di anno zero per il ciclismo professionistico. Dal prossimo anno entrerà infatti in vigore la Riforma voluta dall’Unione Ciclistica Internazionale approvata a Innsbruck, nel corso degli ultimi mondiali. La Riforma prevede dei cambiamenti davvero molto importanti, e a prima vista è quasi paragonabile – per il modo in cui verrà inteso e cambiato il ciclismo professionistico – a quella che è avvenuta nel momento in cui è subentrato il World Tour.
A grandi linee, la Riforma del ciclismo mondiale prevede un cambiamento nel calendario, che sarà suddiviso in tre divisioni: UCI WorldTour, UCI ProSeries e UCI Continental Circuits. Nell’UCI WorldTour rientreranno i tre grandi giri, altre importanti corse e le classiche, con queste ultime che rientreranno a loro volta anche in un’altra challenge.
Il sostanziale cambiamento riguarderà soprattutto le squadre, che avranno un unico ranking (non ci sarà più la distinzione tra ranking World Tour e le altre classifiche). I punteggi arriveranno sulla base dei 10 migliori atleti per ogni formazione.
Ma non c’è solo questo. Le 18 formazioni World Tour avranno una licenza triennale, che sarà rilasciata su cinque criteri: etico, amministrativo, finanziario, organizzativo e sportivo. Questi criteri consentiranno di fare un paragone tra i World Team e nuovi candidati per lo status di World Team.
La cosa che più fa discutere è la regola di partecipazione alle gare: i tre migliori Pro Teams avranno il diritto di partecipare agli eventi delle UCI Classics Series e agli altri eventi dell’UCI WorldTour, mentre le due migliori formazioni Professional avranno il diritto di partecipare ai grandi giri, quindi gli organizzatori potranno assegnare meno Wild Card rispetto al passato.
In buona sostanza, sembra quasi che questa riforma dell’UCI voglia rendere sempre più forte la competizione tra i team Professional, che dal 2020 potranno partecipare alle grandi corse a tappe non solo attraverso l’invito, ma anche in base al merito. E’ chiaro che però, in questa maniera, qualche formazione potrebbe essere penalizzata.
Alla fine del 2018, i due migliori team Professional mondiali sono stati la Cofidis e la Wanty Groupe Gobert: queste due squadre hanno superato nel ranking Europe Tour l’Androni Giocattoli Sidermec, che ha chiuso in terza posizione.
Sembra davvero che dal 2020 i team Professional possano avere due opportunità: continuare a lavorare nella speranza di ricevere una Wild Card, oppure competere con le migliori squadre del mondo per cercare di conquistare sul campo inviti a corse molto prestigiose.
Il problema è però a monte: nelle categorie del ciclismo i budget sono molto diversi tra squadra e squadra. Ce ne rendiamo conto già quando analizziamo il World Tour: il Team Sky ha un budget che ammonta a quasi il doppio rispetto ad altre formazioni della medesima categoria. La Katusha-Alpecin, il Team Jumbo e la Dimension Data – per fare un esempio – hanno un budget molto importante, che permette loro di restare nella categoria World Tour, ma è ben lontano dai 40 milioni del Team Sky.
Venendo al mondo delle Professional, il budget dell’Androni è molto diverso da quello della Cofidis, in quanto quest’ultima ha a disposizione 8 milioni di euro per poter affrontare la stagione. Non è un caso, infatti, che la squadra francese prenda ogni anno parte sia al Tour de France che alla Vuelta, e che abbia in organico corridori davvero molto forti, che potrebbero tranquillamente essere capitani in una World Tour.
Alla luce di questi dati, come possono competere le Professional italiane? La maggior parte delle nostre formazioni ha sempre ambito ad ottenere l’invito al Giro d’Italia, e proprio per questa ragione è stata rivolta una particolare attenzione alle gare della Ciclismo Cup, che offre la possibilità alla squadra vincitrice di prendere parte di diritto alla corsa rosa. Alla luce della Riforma 2020, RCS dovrà invitare le due migliori Professional del ranking mondiale e la vincitrice della Ciclismo Cup. Di 4 Professional che si possono invitare, resta solo una Wild Card da assegnare. E le altre squadre non invitate cosa faranno?
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine