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RIFORMA DEL CICLISMO, PELOSI: “IL CICLISMO NON PUO’ VIVERE DI SOLE SPONSORIZZAZIONI”


Abbiamo iniziato una profonda analisi riguardo la Riforma del ciclismo, voluta dall’Unione Ciclistica Internazionale in vista del 2020. Come abbiamo già spiegato, la Riforma sembra penalizzare molto le squadre Professional, che faranno molta più fatica a ricevere gli inviti per partecipare ai grandi giri. Oggi abbiamo raccolto l’opinione a riguardo di Francesco Pelosi, Team Manager della NIPPO-Vini Fantini-Faizanè. Nel numero di febbraio della rivista InBici Magazine uscirà l’articolo che raccoglie le opinioni di tutti i team manager delle formazioni Professional Italiane.

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Francesco Pelosi, team manager della NIPPO Vini Fantini Faizanè, solleva una serie di problemi molto importanti che, a suo modo di vedere, verranno alla luce in seguito alla Riforma: “I team World Tour dovranno avere sia una squadra femminile che una squadra Continental che permetta la crescita dei giovani. Per le Professional, l’unica grande opportunità è quella di allestire una squadra di grande valore per ottenere il primo e secondo posto nel ranking, ma questo significa avere un budget maggiore. Adesso, chi ha un budget minore ha ancora più insicurezze rispetto al passato. Esiste poi un altro grande problema: bisogna portare a 20 il numero minimo dei corridori, quindi la voce degli stipendi aumenterà ancora di più. Avendo più corridori, è necessario anche avere più persone come staff. Insomma, i costi lievitano notevolmente. 

Non dobbiamo poi dimenticare che la riforma del calendario delle corse spingerà gli organizzatori a spendere un budget importante per assicurarsi la presenza delle squadre World Tour. Questo si traduce nel fatto che le Professional dovranno pagarsi tutte le spese vive per andare alle corse, e questo significa che per fare attività bisogna chiedere almeno un milione di euro in più agli sponsor per fare la squadra. E cosa possiamo offrire agli sponsor? Nulla, perché ottenere gli inviti sarà sempre più difficile. La sensazione è che si voglia snellire la categoria Professional e diminuire le squadre Continental per arrivare a un circuito di 30-35 squadre”. 

Da esperto di comunicazione, Pelosi fa anche notare un altro problema: “Se una squadra come la Quick Step, una delle più grandi al mondo, fa fatica a trovare il budget, vuol dire che bisogna cambiare il modello di business, non si può vivere più di sole sponsorizzazioni, anche perché il mercato è cambiato radicalmente negli ultimi anni con l’avvento del digitale terrestre e il boom dei social network. Nel ciclismo ci sono sempre meno investimenti da parte di aziende, ma cresce il numero delle nazioni che investono. Tutto questo deve spingere a una riflessione”. 

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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