Da grande appassionato di ciclismo, Gianluca Santilli non può che essere strafelice per la vittoria ottenuta ieri dalla nazionale italiana con Giacomo Nizzolo ed Elisa Balsamo ai campionati europei.
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“Su Davide direi che tutti abbiamo letto le polemiche che gli sono piovute addosso dopo le critiche di Mario Cipollini. Cassani ha risposto a queste critiche con i fatti. Parliamo di una squadra forse neanche eccelsa se parliamo di singole vittorie, ma lui è riuscito a fare 3 su 3 agli europei. E avrebbe potuto vincere anche di più: sappiamo perché non ha vinto i Giochi Olimpici, e che il mondiale invece è scappato per un nulla. Davide sta facendo parlare i fatti, e gli faccio i complimenti anche perchè è bravissimo a fare un mix tra corridori giovani ed esperti, è molto attento a giudicare lo stato di forma del momento dei corridori e quindi non fa sconti a nessuno. Puntare su Nizzolo è stato vincente, così come mettere Trentin, secondo al mondiale, a lavorare per lui. Insomma, spesso gli italiani in passato si facevano la guerra tra di loro, invece adesso la nazionale è una squadra vera e riesce a far paura a corridori molto più blasonati”.
Da qui, nella chiacchierata con il presidente dell’osservatorio BikeEconomy, si apre una riflessione sulla poca medianicità del ciclismo: “Purtroppo, mancano i personaggi. Nel ciclismo l’unico personaggio forte che abbiamo è Peter Sagan, se togli lui non riesci a trasmettere alla persona appassionata la voglia di fare sport. Abbiamo tutti sciato dopo i trionfi di Alberto Tomba, e per lui tutta l’Italia si bloccava. Adesso già lo sci non è così. Nel ciclismo, è dai tempi della rivalità tra Armstrong e Pantani che non c’è un personaggio, e devo dire la verità, siamo anche bravi ad essere masochisti”.
Santilli si riferisce alle ultime polemiche dopo l’incidente a Remco Evenepoel, quando sono stati avanzati dei sospetti su Davide Bramati, che gli ha tolto delle cose dalla tasca dopo la caduta a Il Lombardia: “Nel ciclismo c’è sempre la ricerca della cosa oscura. Mi dispiace vedere che si parli così poco dei trionfi azzurri e così tanto di cosa aveva nella tasca Evenepoel. Chi gestisce il ciclismo dovrebbe spaccarsi il cervello per fare sì che diventi uno sport mediatico: già da tempi non sospetti dico che le gare di ciclismo sono troppo lunghe, bisognerebbe inventarsi qualcosa per rendere più mediatico questo sport”.