Il primo arrivo in salita del Tour de France 2022 ha regalato lo spettacolo che tutti si aspettavano. Sull’epica salita della Super Planche des Belles Filles, il leader della corsa Tadej Pogacar ha scritto un’altra incredibile pagina della sua storia e della storia del ciclismo. Secondo successo consecutivo per il fenomeno sloveno che si impone davanti alla coppia della Jumbo-Visma, consolidando la sua Maglia Gialla.
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Ritmo folle nella prima ora di gara, in cui in tanti tentano di uscire dal gruppo senza successo. Ci provano anche grossi calibri come Filippo Ganna, Peter Sagan ed il solito Magnus Cort, ma il gruppo riassorbe ogni attacco. La fuga buona arriva dopo oltre 50 km di strada grazie all’azione di dodici corridori, tra cui anche Maximilian Schachmann, Kasper Asgreen ed il nostro Giulio Ciccone.
Il gruppo, guidato dagli uomini della Maglia Gialla, non lascia mai andare realmente la fuga, che raggiunge un vantaggio massimo di 2’30”, proprio ai piedi della prima salita di giornata, il Col de la Grosse Pierre. Sulle prime rampe della breve ascesa provano ad avvantaggiarsi il sopracitato Schachmann, insieme al compagno e connazionale Lennard Kämna e Luke Durbridge.
Dopo poco vengono raggiunti da Imanol Erviti, Dylan Teuns, Simon Geschke e Cyril Barthe, mentre Ciccone viene ripreso dal gruppo. I sette battistrada iniziano insieme la seconda salita di giornata, il Col des Croix, con caratteristiche molto simili alla precedente, raggiungendo anche 3′ di vantaggio.
Le squadre dei big lavorano alacremente per riportarsi vicini ai fuggitivi ai piedi della durissima salita finale che si apre con l’attacco di Kämna, seguito da Geschke tra gli uomini all’attacco. Il vincitore della tappa dell’Etna del Giro di quest’anno si sbarazza del compagno di fuga, tentando l’azione solitaria a 5 km dal traguardo.
L’andatura imposta dalla UAE Emirates miete le prime vittime illustri quando si staccano Jakob Fuglsang, Neilson Powless e soprattutto Aleksandr Vlasov, reduce da una caduta nella frazione di ieri. Il lavoro di Rafal Majka lancia la prima rasoiata del Re in Giallo, che fa la selezione definitiva.
Il finale, con gli ultimi 900 metri sullo sterrato è da leggenda. A 200 metri dall’arrivo Jonas Vingegaard piazza un attacco fulmineo con cui si riporta su uno sfortunato e distrutto Lennard Kämna. Pogacar risponde, sembra non riuscire a chiudere il buco finchè non si arriva a 50 metri dalla linea, quando lo sloveno ribadisce ancora una volta che il più forte è lui e che non ha intenzione di concedere nulla agli avversari, passando il danese a pochi metri dallo striscione.
Dodicesima vittoria stagionale per il numero 1 del ciclismo mondiale che guadagna anche i 10″ di abbuono. Primoz Roglic dimostra comunque di esserci arrivando terzo a 12″ dal rivale, seguito dal tedesco della BORA e Geraint Thomas che perde 14″ risultando il migliore della INEOS. David Gaudu ne perde 19, mentre Romain Bardet ed Enric Mas ne perdono 21. Impossibile per Damiano Caruso tenere il ritmo dei migliori sull’ultima ascesa, giungendo al traguardo 17°, con 1’12” da Pogacar.
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