Alejandro Valverde ce l’ha fatta. Dopo aver conquistato sei podi mondiali in carriera, senza mai riuscire a conquistare la prima posizione, oggi a Innsbruck l’Embatido ce l’ha fatta. Lo spagnolo è campione del mondo. E anche un corridore come lui, abituato a vincere, deve arrendersi all’emozione. “Questa è la corsa che ho inseguito per tutta la vita – afferma Valverde – indossare la maglia iridata è sempre stato il mio più grande sogno, e ora l’ho davvero realizzato. Questa è la vittoria più emozionante che abbia mai vissuto. Adesso posso dirlo: sono campione del mondo, ho coronato il sogno di una carriera”.
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Molto bello è stato il “passaggio di testimone” che è avvenuto sul palco delle premiazioni: nonostante la cerimonia protocollare sia molto rigida, Peter Sagan è salito sul podio per consegnare la medaglia a Don Alejandro. “Peter mi ha detto che era molto felice, e che avrebbe voluto una mia vittoria se non fosse riuscito ad imporsi lui. E’ bello sapere di essere nell’Olimpo dei campioni che hanno vestito questa maglia. Pochi giorni fa ho incrociato in strada, mentre mi stavo allenando con il resto della squadra, un gruppo di ex corridori che ha vestito la maglia iridata: forse quello è stato un segno del destino di quello che sarebbe accaduto oggi”.
In questa giornata così felice, Valverde non vuole pensare al futuro, ma vuole solo godersi il successo: “Dovrei puntare ai Giochi Olimpici di Tokyo? Vedremo, per ora non ci penso. Dopo la brutta caduta al cronoprologo del Tour de France 2017 pensavo di dovermi ritirare, non avrei mai creduto che sarei riuscito a recuperare. E invece sono qui, e sono campione del mondo. Tutto questo è un regalo. Tutto ciò che avviene dopo quell’incidente è un regalo”. Ed è un regalo anche per suo figlio, che proprio oggi compie quattro anni: “Mi è dispiaciuto non essere con lui, ma almeno ho questa maglia da regalargli”.
Infine, un dettaglio tecnico: “Ho affrontato il muro con il 36×29. Lo sprint è stato molto difficile perché partendo da davanti non potevo controllare gli avversari. Ho pensato solo a dare il massimo negli ultimi 300 metri. E voglio fare anche i complimenti al pubblico: il mondiale è sempre molto sentito, il pubblico a bordo strada è stato speciale, e per questo motivo sono ancora più orgoglioso del mio successo”.