Al termine della presentazione del Giro d’Italia 2020, il direttore della corsa rosa Mauro Vegni parla delle difficoltà che la riforma UCI ha procurato, esprimendo però un filo di ottimismo. Secondo la riforma UCI, infatti, due wild card devono essere assegnate alle due migliori Professional al mondo nel ranking 2019, la Total Direct Energie e la Wanty Gobert.
Queste le parole di Mauro Vegni: “Queste sono delle scelte che assolutamente non condivido, anche per la modalità che hanno avuto di comunicarle. Noi avremmo l’obbligo di invito a due squadre: la Wanty Gobert e la Total Direct Energie. Il nostro Paese ha dato tanto al ciclismo e loro ci hanno messi nella condizione di non poter fare crescere il nostro movimento. Io mi auguro che la squadra francese, che di sicuro si preparerà per il Tour de France, rifiuti l’invito in modo da poter invitare le nostre tre squadre italiane”.
Stuzzicato sull’evoluzione delle tappe, Vegni si dice legato alla tradizione: “Io sono in controtendenza rispetto agli altri organizzatori. Secondo me un grande giro deve sempre prevedere tappe lunghe e arrivi in altura, come in passato. Il prossimo anno avremo al via Peter Sagan e sarà un grande orgoglio per noi. La partenza del prossimo anno sarà vicino a casa sua e penso che anche lui, per la sua carriera, voglia essere al via della nostra gara almeno una volta”.
In conclusione parole che fanno sperare in un Giro emozionante: “Molti grandi nomi hanno già espresso la loro intenzione di partecipare alla corsa rosa, ma ovviamente dovremo attendere all’ultimo momento. Mi aspetto che Vincenzo Nibali venga, essendoci le tappe nella sua Sicilia. Non escludo anche che possa essere al via anche Egan Bernal. Se Froome punterà alla quinta maglia gialla, molti altri suoi compagni di squadra potrebbero dirottare da noi. Speriamo! Ad ora non escludo la partecipazione a nessuno”.
Da Milano, Davide Pegurri per InBici Magazine