Antonio Tiberi è un ragazzo cresciuto a pane e ciclismo.
Campione del mondo a cronometro nel 2019 ad Harrogate nella categoria Juniores, Antonio è uno dei gioiellini del nostro ciclismo.
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Ha soli 20 anni, è romano doc, Tiberi è un talento precoce, gentile ed educato con tutte le carte in regola per poter diventare un grande corridore e sulle sulle spalle pesa già la mole delle aspettative. Quella di quest’anno è la sua seconda stagione con la Trek-Segafredo, squadra con cui ha rinnovato fino al 2024. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a casa sua a Gavignano, alle porte di Roma.
Com’è andato questo inizio di stagione?
“Alle prime corse in Spagna ho faticato abbastanza, ma me lo aspettavo. All’Etoile de Bessèges invece mi sentivo meglio, ho avuto un po’ di mal di stomaco durante la prima tappa ma poi mi sono sentito sempre meglio.”
Come proseguirà il tuo programma per questa prima parte di 2022?
“Andrò al UAE Tour per poi ritornare in Italia ed essere al via del Trofeo Laigueglia, Milano-Torino, Coppi e Bartali, il Gp Industria e Artigianato, il Giro di Romandia ed il Giro di Ungheria.”
Quella di quest’anno è la tua seconda stagione alla Trek-Segafredo, squadra con cui hai rinnovato fino al 2024. Che aria si respira all’interno del Team?
“Mi trovo molto bene e sono tranquillo. Mi stanno facendo crescere con i giusti tempi e penso che questo sia uno degli aspetti più importanti per la carriera.”
C’è qualcuno con cui sei maggiormente legato?
“Sicuramente gli italiani e quindi Jacopo Mosca con cui ho condiviso spesso la camera e Filippo Baroncini.”
Qual è l’obiettivo di questa stagione?
“L’obiettivo saranno le brevi corse a tappe. Poi probabilmente sarò al via della Vuelta di Spagna e lì spero di arrivare nella miglior condizione possibile in modo tale da fare esperienza visto che sarà il mio primo grande giro.”
Che tipo di corridore vorresti diventare? Su che tipo di corse ti dedicherai maggiormente?
“Mi sono sempre trovato bene nelle corse a tappe, ma al momento ho disputato solo corse di una settimana o poco più. Quando corro sento di stare meglio dopo qualche giorno di corsa rispetto alle prime tappe. Se sarò al via della Vuelta sarò curioso di capire come reagirò, dopo un paio di settimane. Personalmente mi piacerebbe diventare un corridore da grandi giri.”
Nelle prove contro il tempo sei sempre andato forte: stai ancora lavorando sulle cronometro oppure ti stai dedicando maggiormente alle salite?
“Le crono le sto sempre curando ma devo lavorare ancora molto per raggiungere certi livelli ed essere uno dei migliori in questa specialità.”
Che tipo di corridore sei in salita?
“In salita tendo ad andare su sempre abbastanza regolare, cercando di scattare e quindi dare il massimo sul finale.”
Quest’anno avrai spazio in squadra per provare a toglierti qualche soddisfazione personale?
“Qualche opportunità la squadra me la darà sicuramente e probabilmente sarà nelle brevi corse a tappe. Al Giro di Ungheria, dopo il terzo posto dello scorso anno, penso di potermi togliere qualche bella soddisfazione.”
La corsa dei sogni?
“Il Giro d’Italia.”
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