Silvio Martinello e il ciclismo: una storia lunga e di grandi soddisfazioni. La quasi ventennale carriera da ciclista (professionista e pistard dal 1985 al 2003 ndr) merita un focus particolare.
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E’ quello che Martinello ha concesso nella trasmissione Bike2U, su Sport2U in collaborazione con OA Sport, condotta da Gian Luca Giardini. Su strada vale la pena ricordare due tappe al Giro con la maglia rosa indossata per quattro giorni nel 1996, una frazione alla Vuelta di Spagna e ancora successi alla Tirreno-Adriatico e al Giro di Svizzera. In pista poi altre firme: Sei Giorni con Marco Villa, campionati italiani e del mondo e due medaglie olimpiche (oro ad Atlanta nel 1996 nell’individuale a punti e bronzo Sydney nel 2000 con Marco Villa nella Madison).
“Sono stati sogni che sono riuscito a realizzare che chiaramente mi hanno arricchito, dando anche un connotato diverso al successo olimpico nel ciclismo, visto che dal ’96 i professionisti sono stati coinvolti. In questa disciplina la vittoria di un titolo mondiale è sempre stata prioritaria, ma è chiaro che le medaglie a Cinque Cerchi sono qualcosa di cui ci si può fregiare“, ha ammesso Martinello.
Nelle vesti poi di commentatore tecnico per la Rai dal 2003 al 2019 è stato possibile apprezzare anche il modo in cui la comunicazione sia evoluta: “Un’esperienza che ho condiviso con Davide Cassani e mi ha fatto capire cosa voglia dire vivere in altre vesti la corsa. Un racconto evoluto nel tempo per la copertura televisiva crescente e anche per un pubblico sempre più esigente“.
Attualmente Martinello gestisce un’attività imprenditoriale, una bella palestra a Padova, con sale i cui nomi sono quelli delle città nelle quali ha ottenuto le sue vittorie più importanti. Tuttavia, è noto anche il pensiero dell’ex corridore in relazione al movimento agonistico e sotto questo aspetto il punto di vista è interessante.
La prima riflessione è partita dall’evidenza di una grande squadra su pista, priva però di strutture adeguate: “C’è stato un grande lavoro di Marco Villa che, supportato dalla Federazione, è riuscito a coinvolgere grandi atleti di grandi squadre, ottenendo risultati eccellenti. I vari Ganna, Viviani, Consonni e Milan vengono fuori proprio da questo approccio che Villa ha avuto. Tuttavia io constato appunto una situazione paradossale: grandi risultati, ma una visione programmatica del tutto assente. Al di là delle note difficoltà di impiantistica, non vedo uno sguardo verso il futuro per far sì che questo movimento possa ricrearsi con grande continuità. Da appassionato fanno piacere i risultati ottenuti nel presente, però io amo una prospettiva diversa in termini di programmazione“.
Concludendo sul contesto agonistico della strada, a livello italiano, l’analisi di Martinello è la seguente: “La stagione di Sonny Colbrelli è stata esaltante e lui è entrato in una nuova dimensione. Al di là del successo storico della Roubaix, Sonny ha compiuto uno step e quindi da lui possiamo aspettarci anche altro nelle gare di un giorno. Lo stesso discorso credo lo si possa fare nei confronti di Gianni Moscon. Certo, siamo in cerca del successore di Vincenzo Nibali, che comunque nel 2022 qualcosa di buono farà. Giulio Ciccone è l’uomo che mi viene in mente, però nei Grandi Giri la concorrenza è molto qualificata. Nel settore giovanile c’è un movimento interessante e la vittoria mondiale del 2021 di Baroncini lo certifica“.
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