Nei giorni scorsi, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha diramato dei numeri davvero allarmanti riguardo i tentativi di suicidio da parte degli adolescenti. Secondo quanto affermato dal prof. Stefano Vicari, i tentativi di suicidio e autolesionismo sono aumentati del 30%.
“Al pronto soccorso si registra un ricovero al giorno per ‘attività autolesionistiche. Da una parte, abbiamo gli adolescenti, che per autoaffermarsi diventano aggressivi. Dall’altra, abbiamo i giovani che si chiudono a riccio, si rifugiano nel loro mondo e nella loro stanza e non sappiamo se avranno voglia di uscire fuori da questo guscio”. Ad influire sul comportamento dei ragazzi è l’assenza della scuola, in quanto in questo periodo pandemico viene effettuata la didattica a distanza, e l’impossibilità di praticare sport di gruppo.
Ai nostri microfoni, la dottoressa Claudia Maffi, psicologa dello sport, ha cercato di spiegare ulteriormente il problema. Nell’intervista audio che vi proponiamo con questo articolo, la dottoressa ha affermato: “Questo fenomeno di tagliarsi la pelle, detto cutting, è un modo per evocare delle emozioni forti, lo si fa per allontanare le paure e le fobie che si vivono in questo periodo. Gli adolescenti stanno soffrendo molto questo periodo di Covid-19 perché sono in un’età in cui si fanno delle esperienze lontano dalla famiglia e affrontano queste problematiche in modo disfunzionale. Gli adolescenti hanno bisogno di fare esperienze nuove e la scuola offre tutto questo, perché non significa solo andare a lezione, ma anche confrontarsi con gli altri”.
In questo periodo così difficile, la dottoressa Maffi consiglia caldamente la pratica di discipline sportive: “Al di là dei benefici fisici, anche se lo sport può essere praticato solo a livello individuale è un toccasana per gli adolescenti perché permette loro di ritagliarsi quell’autonomia di cui hanno bisogno, che con l’assenza della scuola è venuta a mancare. La possibilità di uscire e fare fatica con il proprio corpo permette di liberarsi dalle ansie di questo periodo. La fatica che si prova facendo sport può aiutare gli adolescenti a spostare l’attenzione da questo dolore interiore“.
Il ciclismo, in particolare, può essere davvero lo sport giusto: “Andare in bici permette di percorrere lunghe distanze e soddisfa il desiderio di autonomia, di fare esperienza, e anche di adrenalina, quindi permette di recuperare tanto spazio personale. Il ciclismo può essere davvero uno sport che può aiutare molto i ragazzi a prevenire i disturbi dettati dalla pandemia”.
Di seguito l’audio dell’intervista con la dottoressa Claudia Maffi, psicologa dello sport e collaboratrice della scuola di ciclismo di Mazzano (Brescia). Buon ascolto.
A cura di Carlo Gugliotta – Copyright © InBici Magazine ©Riproduzione Riservata