Da #IoRestoaCasa a #YoMeQuedoenCasa. Cambia la lingua, ma non la sostanza.
Anche in Spagna con il dilagare dell’epidemia di Coronavirus sono arrivate misure pesantemente restrittive per la mobilità delle persone. Un decreto governativo sulla falsariga di quello italiano, al fine di contenere il diffondersi della malattia. L’improvvisa impennata di contagi in territorio iberico ha spinto l’esecutivo ad adottare misure ancor più impegnative che, diversamente dal nostro territorio, arrivano a toccare gli atleti professionisti, in particolare i ciclisti.
Secondo quanto appreso da AS da fonti governative, neanche i professionisti avranno la possibilità di allenarsi in strada nei prossimi 15 giorni (cosa che in Italia ad esempio è concesso), pena una sanzione pecuniaria.
In merito è arrivato anche l’appello dell’Assocorridori spagnola, ma la risposta è stata nuovamente negativa. I corridori residenti in Spagna avranno esclusivamente la possibilità di fare allenamento casalingo sui rulli nelle prossime due settimane.
a cura di Luca Pellegrini per iNBiCi magazine