Accendiamo i riflettori su una professionista russa, competitiva sul passo e brillante in salita. Già campionessa nazionale ed oggi portacolori de La Servetto Footon, andiamo alla scoperta di un’atleta che ha le idee chiare e un sogno nel cassetto: vince il Giro d’Italia femminile
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Anna, come e quando è nata la sua passione per le due ruote?
Avevo 11 anni quando una mia amica mi fece conoscere un allenatore di ciclismo nella mia città. Rimasi così colpita da questo sport tanto da farlo diventare, negli anni, la mia professione.
Quali sono le sue caratteristiche tecniche?
Mi definisco una passista-scalatrice.
Ha un ricordo della sua prima corsa?
Certo, la ricordo molto bene: era una cronometro che disputai nella mia città.
Tre anni nella Lointek (2012/2013) e poi ecco l’arrivo alla Footon Servetto, dal 2014 sino ad oggi. Ma qual è stato il suo percorso prima di diventare professionista?
Prima di quel periodo correvo sostanzialmente in Russia, ad eccezione di alcune uscite con la Nazionale.
Scorrendo il suo palmarés troviamo una vittoria al Tour de Brétagne féminin nel 2011. Qualcosa di speciale da ricordare?
Tra i ricordi più belli, oltre alla tappa del Tour de Brétagne, ricorderei volentieri il mio primo campionato europeo nel 2007 vinto dalla grandissima Marianne Vos.
Parliamo dei primi due anni di professionismo nel team Lointek: che ricordi conserva di quell’esperienza che le regalò anche la medaglia d’argento ai campionati nazionali su strada?
Il secondo posto ai campionati nazionali è senz’altro uno dei miei migliori risultati. Anche se in quel periodo non sono mancati, purtroppo, anche momenti negativi…
Poi l’arrivo alla Servetto Footon, una famiglia prima che un team: che atmosfera si respira nel team diretto da Dario Rossino?
Nel team Servetto FOOTON ho trovato l’ambiente ideale per correre in bicicletta, c’è tranquillità e professionalità da parte di tutti. Ho raggiunto per la prima volta la vittoria al campionato nazionale e ho corso il mio primo campionato del mondo, spero di rimanere in questa squadra fino a fine carriera, mi trovo benissimo!
Il 2016 le ha portato un nono posto in classifica generale al Giro del trentino e un 56° posto al Giro Rosa: che bilancio possiamo fare ad oggi di questa stagione?
Innanzitutto mi aspetto di fare un ottimo finale di stagione e ci sono tutte le premesse che questo avvenga. Ad oggi sono abbastanza soddisfatta di quanto fatto finora anche se alcune cadute mi hanno penalizzato nei risultati. In ogni caso, prima del 2016, voglio provare a vincere almeno una corsa.
Il ciclismo moderno è sinonimo di multidisciplina. La Servetto Footon ha ingaggiato, proprio in quest’ottica una delle più forti bikers del mondo: Jolanda Neff. Che cosa ne pensa di questa scelta?
Jolanda è un fenomeno e ha aiutato tutte noi a migliorare. A me piace il ciclocross e non nascondo che mi piacerebbe provare a praticarlo in futuro.
A proposito di multidisciplina, lei pratica (o ha in passato praticato) anche altre discipline del ciclismo?
Sino ad ora, solo strada, ma, ripeto, non escludo di provare col cross.
Parliamo di bicicletta: è pignola nella preparazione del suo mezzo?
Sì, sono pignola ed esigente in questo senso. Il team ha dei meccanici validissimi e preparati che svolgono al meglio il loro compito mettendoci nelle condizioni migliori per gareggiare.
Che ruolo ricopre l’attenzione all’alimentazione per una professionista che deve affrontare parecchie corse del panorama World Tour?
L’aspetto alimentare è importantissimo, in questa squadra ho capito, grazie all’aiuto del nostro staff, l’importanza dell’alimentazione, cambiando totalmente le mie abitudini e, non a caso, migliorando in modo significativo il mio rendimento fisico e atletico.
Qual è la corsa dei sogni di Anna Potokina, quella che vorrebbe vincere a tutti i costi?
Non so se mai ci riuscirò, ma il mio sogno è vincere la corsa più bella del mondo: il Giro Rosa!
a cura di Paolo Mei Copyright © INBICI MAGAZINE