Il mental coach Iader Fabbri: “Alimentazione fondamentale così come allenarsi bene è importante, ma alla base di una grande prestazione c’è prima di tutto il sonno”
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Appassionato di sport, ex ciclista e con una riconosciuta esperienza nelle discipline di endurance, Iader Fabbri è impegnato a diffondere un approccio accessibile alla preparazione atletica. Già a fianco del c.t. Cassani con la Nazionale di ciclismo, è un ispiratore per molti atleti professionisti e dilettanti, in qualità di consulente ed esperto di alimentazione per lo sport, mental coach, relatore e formatore che opera su tutto il territorio nazionale. Un coach che prende spunto da una visione olistica, occupandosi di ogni aspetto dell’esistenza.
Quanto conta il riposo per una performance sportiva di alto livello?
“Nessuno di noi funziona a compartimenti stagni: lo stile di vita è importante nella sua globalità. E così ritengo che un atleta professionista debba saper fare tre cose: mangiare bene, dormire bene, allenarsi bene. In molti si concentrano solo sulla terza attività, pensando di esaurire il loro compito, ma non è così. Il recupero – di cui il riposo è la base – è forse la parte più importante di questa triade del benessere. Si riesce a trovare la condizione per la massima performance solo quando si ‘scarica’ l’allenamento, portandolo a compimento”.
E i dilettanti?
“Quanto detto vale anche per l’atleta amatoriale, anzi è proprio lui che si ritrova ad affrontare una fatica maggiore nel conciliare lavoro, riposo, vita familiare, hobby”.
La linea di molle twin system l’eccellenza dell’innovazione dei brevetti Dorelan in ambito di tecnologie applicate al riposo
Qual è il rapporto tra sonno e alimentazione e come interagiscono tra loro nello sport?
“Molti studi hanno evidenziato un legame tra cattivo riposo e accumulo di grasso. È un fatto: tra chi non dorme o dorme male troviamo molte più persone con obesità. Nella prima fase del sonno si libera l’ormone della crescita, che è legato anche al dimagrimento: per questo è importante coricarsi allo stesso orario e non trascurare le ore iniziali di riposo. Chi non riposa adeguatamente vive per tutta la giornata in condizione di squilibrio, con alterazioni ormonali: il ritmo circadiano del cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress – già troppo alto in generale – ne risente”.
Si parla quasi esclusivamente di allenamenti, poco di alimentazione e ancora meno di sonno. Si tratta di un tema sottovalutato. Secondo la sua esperienza perché?
“Siamo sempre troppo impegnati ad affrontare ciò che è imminente, a risolvere le problematiche quotidiane che si susseguono e così trascuriamo ciò che è importante. Manca ancora una vera cultura del sonno”.
Quali consigli darebbe per riposare meglio, specialmente a un ciclista?
“Andiamo a dormire ad orari regolari, evitiamo di utilizzare il letto come un divano: quell’area della casa non deve fare parte della nostra vita frenetica e lavorativa. Non abusiamo di device elettroniche, tv, cellulari. Riposiamo in una stanza silenziosa e buia, lontana dai rumori e oscurata, isolata dalle luci della strada e dal chiarore dell’alba.
E il letto?
Sempre più spesso ho osservato gli atleti di punta, anche nel ciclismo, portarsi dietro il materasso e il cuscino in trasferta, di albergo in albergo. Il supporto su cui dormiamo – il sistema letto, che integra quindi materasso, rete e guanciale – è da ritenersi un’attrezzatura fondamentale per l’atleta, ci accoglie 8 ore al giorno e va scelta con criterio. Affidarsi a dei professionisti è necessario. Io stesso mi avvalgo della tecnologia Made in Italy di Dorelan, l’azienda leader del settore, che realizza materassi disegnati su misura delle caratteristiche fisiche – peso ed altezza – e delle esigenze di allenamento e recupero degli sportivi. I ciclisti, in particolare, devono curare la circolazione delle gambe, agevolando il ritorno venoso degli arti inferiori. Un altro aspetto riguarda il materiale: la termogenesi indotta dei ciclisti è a un livello tale che diventa molto importante dormire su una superficie che non si scaldi o non si raffreddi troppo, e perciò ben areata”.
nella foto di apertura il mental coach Iader Fabbri
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