La più versatile delle bici da competizione del marchio canadese è ora proposta anche con i freni a disco. La Gallium Pro in versione “Disc” esalta ancor più le caratteristiche di polivalenza di un mezzo che i pro della Astana conoscono bene e che, l’anno prossimo, useranno proprio in questa variante Disc che abbiamo testato in anteprima per voi
La certezza assoluta non ve la possiamo dare, ma con ogni probabilità quella che abbiamo provato questo mese è esattamente la bici che nel prossimo 2019 utilizzeranno i corridori del team professionistico Astana. La bici in questione è la Gallium Pro Disc ed è appunto la versione con freni a disco della Gallium Pro, top di gamma della canadese Argon18, bici utilizzata già da due anni dagli atleti del team kazako.
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Il marchio del Quebec sarà appunto al fianco dei professionisti della Astana anche la prossima stagione, momento in cui tutto il team passerà alla bicicletta “disc”, assecondando così quella progressiva estensione di questo standard frenante che, seppure in maniera molto lenta,
La forcella ha foderi dall’andamento quasi rettilineo: gli steli disegnano infatti una leggera torsione lungo il proprio asse, che li rende concavi se osservati frontalmente. Questo design garantisce l’accoglimento ottimale del rotore disco (che può essere da 140 o 160 millimetri), assicura una migliore aerodinamica e non da ultimo migliora il design.
da un paio di anni è in atto presso molti big team del ciclismo professionistico.
Fonti interne al team kazako ci hanno informato di questo passaggio, mentre fonti legate più direttamente al mondo commerciale e produttivo ci dicono che la Gallium Pro Disc in versione 2019 sarà esattamente come quella che vediamo, la stessa che noi di “InBici” abbiamo provato in anteprima per voi. Del resto, non c’era motivo di pensare diversamente, visto che questa bella full carbon con freni a disco è stata introdotta sul mercato appena dodici mesi fa, nell’estate 2017.
La forcella ha foderi dall’andamento quasi rettilineo: gli steli disegnano infatti una leggera torsione lungo il proprio asse, che li rende concavi se osservati frontalmente. Questo design garantisce l’accoglimento ottimale del rotore disco (che può essere da 140 o 160 millimetri), assicura una migliore aerodinamica e non da ultimo migliora il design.
Bici “disc” di utilizzo professionale
Esattamente come la sua progenitrice Gallium Pro, anche questa versione “disc” ha una impostazione geometrica e strutturale destinata al ciclismo competitivo di altissimo livello. Questo ancora una volta deve servire da monito per tutti coloro – ma ormai sono pochi – che ancora credono che l’utilizzo di un impianto a disco su una bici da corsa debba necessariamente etichettare quest’ultima come bici per un “ciclismo rilassato”, che non bada troppo alla leggerezza e che, più che altro, punta all’efficienza della frenata soprattutto in condizioni di bagnato. Sgombrate nettamente dalla mente tutto questo: di bici da corsa con freni a disco oggi ne esistono di diversi tipi, comprese quelle come la Gallium Pro Disc che si addicono perfettamente ad un livello di pratica professionale e competitivo e che tra l’altro hanno un peso molto contenuto.
In più, e questo è altrettanto importante da ribadire, una bici con impianto frenante a disco assicura una serie di vantaggi che vanno ben oltre l’efficienza di frenata garantita anche quando piove. L’efficienza sul bagnato è, infatti, solo uno dei numerosi benefit di un impianto a disco su una bici da corsa, perché un vantaggio ancor più importante è la grande modulabilità unita a una potenza incredibile nella frenata.
Il peso in più? Sì, è vero, una bici da corsa con freni a disco pesa di più rispetto a una con freni rim brake, ma c’è da aggiungere che, se si ragiona in un ambito qualitativo di altissima gamma come è quello cui fa parte il modello sotto esame, la qualità delle ruote e della componentistica che molto probabilmente si andranno a montare permettono di bilanciare bene quei quattro-cinquecento grammi in più che un impianto a disco inevitabilmente produce rispetto a un impianto frenante tradizionale.
A proposito di montaggio: quello della Gallium Pro Disc che vedete è un allestimento assente dai montaggi di serie proposti da Beltrami Tsa, che di Argon18 è distributore ufficiale per l’Italia e che ci ha messo a disposizione questo telaio. Il montaggio scelto per l’occasione ci è infatti stato fornito da Shimano Italia, che su questa Gallium Pro Disc ha fornito un gruppo completo Shimano Ultegra meccanico con freni a disco, che è oggetto di un altro articolo all’interno di questo numero della rivista. Tant’è, un gruppo affidabile e collaudato come lo Shimano Ultegra e – assieme a questo le nuove ruote Shimano RSX 770 – si sono rivelate un partner ideale per mettere alla prova questo modello dell’altissima gamma Argon18.
Cosa cambia rispetto alla versione standard
Il telaio Gallium Pro in versione Disc che abbiamo provato pesa di più rispetto all’omologo telaio per freni rim brake: per la precisione Argon18 dichiara un peso di 769 grammi per la taglia M verniciata della Gallium Pro per freni tradizionali e 960 per questa “Disc” (sempre in taglia M verniciata). L’incremento di peso è dovuto principalmente alla diversa laminazione del carbonio di cui necessita un telaio soggetto allo stress notevole che sulla forcella e sui foderi posteriore esercitano i rotori (ovvero i “dischi”), stress che non riguarda il normale telaio rim brake. Ricordiamo a tutti che si tratta di differenze invisibili, interne alle tubazioni. Sì, perché dal punto di vista estetico il telaio “Disc” ha davvero poche differenze rispetto a quello standard: le sagome delle tubazioni sono identiche, così come praticamente identica è la geometria, in entrambi i casi architettata secondo gli standard dimensionali ed angolari che si addicono al ciclismo competitivo di altissimo livello. Tradotto in pratica, significa un tubo di sterzo molto compatto (che addirittura sulla variante Disc è qualche millimetro più corto della standard) e significa un’angolazione di sterzo e del tubo sella che garantiscono sia reattività sia stabilità ad alte velocità.
Ad essere pignoli una piccola differenza dimensionale c’è, è quella del carro posteriore che, per assecondare gli ingombri generati dal rotore e allo stesso tempo per garantire alla trasmissione le corrette linee di lavoro, è obbligata a incrementare la sua lunghezza di circa un centimetro, come del resto succede su tutti i telai stradistici “disc” nel confronto con i rispettivi telai standard. Tra l’altro, questo incremento dimensionale consente al telaio un maggiore spazio utile al passaggio delle coperture, che sulla Gallium Pro Disco possono avere una larghezza fino a 30 millimetri (la stessa cosa non avviene sul telaio standard). Infine, conforme agli standard dimensionali più diffusi sui telai per freno a disco, è lo standard di fissaggio delle ruote, che prevede il sistema dei perni passanti con diametro da 12 mm che insistono su un carro posteriore con battuta da 142 mm e su una forcella con battuta delle estremità da 100 millimetri.
Le soluzioni tecniche
Le soluzioni tecniche impiegate dal Gallium Pro Disc si rifanno agli standard che Argon18 utilizza su tutti i suoi telai di altissima gamma, declinati in questo caso su un prodotto che deve investire buona parte del suo patrimonio tecnologico sulla rigidità, sulla leggerezza e sulla capacità di rispondere in maniera immediata agli impulsi trasmessi dal corridore che si ritrova a pedalarci sopra. È per questo che il carbonio che dà forma al telaio è spessorato, orientato e disposto in modo da ottenere le migliori caratteristiche di robustezza e reattività nella più vicina alla zona di propulsione di forza del movimento centrale (ci riferiamo quindi alla zona del movimento, alla base del tubo sella, ai foderi bassi, al tubo diagonale e al tubo di sterzo).
Sul versante opposto, nella zona alta del tubo sella, sui foderi obliqui e sul tubo superiore, la priorità che persegue la laminazione del carbonio è incrementare il confort e l’assorbimento dei colpi. Comune anche ad altri telai della Argon 18 è la tecnologia 3D System che la Gallium Pro Disc utilizza nella zona sterzo: il 3D System altro non è che uno spessore specifico da interporre tra il tubo di sterzo e l’attacco manubrio che di volta si andrà a montare. Gli spessori disponibili sono due, uno alto 15 e uno da 25 millimetri, tutti con forma speculare alle parti che vanno a interfacciare, per questo molto belli a vedersi. Oltre a quella estetica la loro funzione è consentire a ciascun utente di posizionare il set di guida alla giusta altezza. Non solo: gli elementi 3D System riducono la perdita di rigidità che gli spessori distanziali tradizionali producono quando fissati sul cannotto forcella. Nel confronto con i tradizionali distanziali il produttore parla di un incremento di rigidità del 5 per cento quando si usa il 3D System da 15 millimetri e di un incremento dell’11 per cento quando si usa il 3D System da 25 millimetri.
Infine, le taglie prodotte sono in tutto sei, dalla XXS alla XL, e vale la pena di ricordare che la configurazione geometrica e strutturale di ognuna di esse è specifica. Questo significa che le misure grandi non sono la semplice riproposizione delle piccole ma con tubazioni più lunghe (e viceversa per le taglie piccole), ma ogni misura ha caratteristiche che riescono a garantire al diverso utilizzatore che le andrà a pedalare le medesime proprietà strutturali e di conseguenza le medesime caratteristiche che prestazionali.
Infine, su tutte le taglie il telaio adotta un reggisella con forma tonda e diametro di 27.2 millimetri. Si tratta però di un reggisella specifico, siglato Argon18 e anche questo incluso nel frame-set: di particolare il reggisella ha il morsetto flip flop. Significa che l’inversione dello stesso consente di aumentare notevolmente l’intervallo utile per l’arretramento e l’avanzamento della sella, che consente di posizionare il componente a -25 millimetri oppure a +15 millimetri, che ovviamente si vanno ad aggiungere all’intervallo che già di per sé assicura il telaio della sella che si va montare.
I prezzi, colori, garanzia
Beltrami ci informa che il frame set del Gallium Pro Disc (che include telaio, forcella, reggisella, serie sterzo e due calotte 3D System) è in vendita a 3699 euro, ossia 200 euro in più del frame set nella variante standard, per freni rim brake. In questo caso è sempre Beltrami a ricordarci che – incluso nel frame set – è anche un movimento centrale con scorrimenti ceramici della Ceramic Speed. Passiamo ai colori: oltre a questa versione Black&Gray Matte il Gallium Pro Disc è proposto anche nella colorazione Black&White Gloss (questa sì, con il marchio di fabbrica stampato in bella mostra sul tubo diagonale). La garanzia sul telaio è di tre anni, estendibile a cinque su richiesta del cliente.
In prova
Torno a provare una Argon18 dopo aver testato a lungo un altro modello di vertice della Casa canadese, la Nitrogen, che ha caratteristiche ben diverse rispetto a questa Gallium Pro Disc.
Se la prima è una pura aero biche, la Gallium Pro – e ancor più questa Gallium Pro in versione Disc – è bici decisamente più versatile e polivalente, adatta indifferentemente per l’utilizzo nelle gare scorrevoli e in quelle di montagna, nelle competizioni a tappe o nelle corse in linea. Questo non lo dico solo io che di Argon18 ne ho provata più di una, ma più che altro ce lo ricordano le scelte che effettuano i professionisti della Astana, la stragrande maggioranza dei quali utilizza la Gallium Pro. Solo pochissimi pro rider, in particolare alcuni passiti e velocisti del team kazako, pedalano sulla Nitrogen Pro. La Gallium Pro Disc, lo ricordiamo, sarà invece la bici della Astana nel 2019.
Ma passiamo alle mie impressioni di guida, di certo non le impressioni di un professionista, ma di un amatore evoluto da circa 15.000 chilometri e due, tre granfondo l’anno.
Inizio con l’assetto in sella: la taglia testata era una S, perfetta per i miei 173 centimetri di statura. La sensazione di seduta è quella tipica delle biciclette da competizione pura, con un tubo di sterzo particolarmente basso (solo 115 mm per questa taglia S) e con un’angolazione del tubo verticale che produce una posizione abbastanza centrale. Il tubo di sterzo compatto mi ha obbligato ad usare un distanziale 3D System da 15 millimetri e poi aggiungerci uno spessore distanziale tradizionale da mezzo centimetro.
Clicca qui sotto e guarda il video del test della Argon18 Gallium Pro Disc,
Sempre in merito alle quote dimensionali aggiungo che il carro posteriore è davvero compatto, 41.5 cm, ed è così soprattutto se si considera che abbiamo a che fare con un telaio per freni a disco che, diversamente dai telai rim brake, è obbligato a sovradimensionare un poco il retrotreno per garantire alla trasmissione le normali linee di lavoro. Carro corto non può che tradursi in maggiore propensione del mezzo a reagire in maniera immediata alle accelerazioni impresse sui pedali.
Passiamo al capitolo “rigidità”: la sensazione generale è buona, di sicuro esistono modelli ancor più massicci di questo (ad esempio la Nitrogen Pro), ma il dna di bici polivalente e versatile che ha questa Gallium Pro Disc non può che sposarsi alla perfezione con questa rigidità non proprio “granitica”.
A proposito, a rendere più confortevole il mezzo ci pensa anche il reggisella con forma tonda e diametro da 27.2 millimetri, che ha una certa flessione quando si transita sui fondi sconnessi. Liquidiamo l’argomento del comfort percepito dicendo anche che a favore di quest’ultimo di sicuro hanno inciso le coperture di tipo tubeless montate sulle (ottime) ruote Shimano WH-RS770. La tipologia tubeless ci ha infatti permesso di gonfiare le coperture Schwalbe One a “soli” 6 bar. A questi livelli di pressione la bici ha una capacità di assorbire le irregolarità dell’asfalto impensabili gonfiando le gomme a uno o peggio a due bar in più. Tra l’altro, una pressione di sei bar garantisce prestazioni egregie anche per quel che riguarda il grip in discesa, con la possibilità di aggredire le curve come meglio si può fare, assecondando in questo modo l’indole racing che ha questo telaio da competizione pura.
Infine qualche parola sull’aspetto estetico che, come è noto, per il pubblico amatoriale agonistico è un fattore determinante nelle decisioni di scelta di una bicicletta: a detta di chi scrive, la Gallium Pro Disc riesce a fondere in maniera incredibilmente elegante e sapiente le sezioni generose e massicce del triangolo principale con le fattezze più esili e fini del triangolo posteriore, lì dove i due pendenti posteriori privi di ponticello di congiunzione sono davvero un trionfo di eleganza ed essenzialità. Tutto questo è ottenuto in maniera sobria, senza ricorrere a forme più articolate e complesse che oggi è sovente trovare su molti frame-set.
Il look accattivante e sobrio del telaio è rimarcato anche dalla lineare forcella con foderi rettilinei e anche dal fatto inedito che, su questa colorazione Black&Gray Matte che abbiamo provato, la bici è priva del classico logo del produttore impresso sul tubo diagonale, ma ha solo delle linee grafiche essenziali collocate qua e là in modo leggero suole varie tubazioni. Una scelta che a livello di marketing può essere discutibile, per carità, ma che di sicuro è unica per eleganza e sobrietà.
Categoria: racing/granfondo agonistiche
Misure: Da XXS a XL
Peso telaio: 960 grammi
Peso bici completa: 7.850 grammi
Prezzo: 3699 euro (frame set)
Contatti
Produttore: Argon18, www.argon18bike.com
Distributore: Beltrami Tsa, tel. 0522/300523, www.beltramitsa.it
a cura di Maurizio Coccia – Copyright © INBICI MAGAZINE