Dopo il secondo ed ultimo giorno di riposo tocca al corridore irlandese della Israel-Start Up Nation, nipote e cugino d’arte (lo zio è l’ex campione Stephen Roche), vincere una tappa bellissima al Giro d’Italia (Canazei – Sega di Ala, 193 km). Secondo posto per Joao Almeida (Deceuninck-Quickstep), che all’ultimo chilometro della dura salita finale è riuscito a staccare Simon Yates. Piccola, ma leggera crisi per Egan Bernal, che mantiene la Maglia Rosa.
Dal 18 al 25 Gennaio 2025 in Costa Blanca
Pedala con Riccardo Magrini, Luca Gregorio e Wladimir Belli
i commentatori del cisclimo su Eurosport Italia
Scopri di più
Frazione durissima ed interamente trentina: dalla Val di Fassa, all’ombra delle grandi montagne dolomitiche, fino al “Mostro della Lessinia”. Si potrebbe definire così l’ascesa che ha portato il Giro d’Italia a Sega di Ala, 11.2 km al 9.8% medio e massime che sfiorano il 20%, e preceduta nel tracciato dal GPM di Passo San Valentino.
Dopo una prima ora a tutta, al 51° chilometro parte un gruppetto con Alessandro Covi e Valerio Conti (UAE Emirates), la Maglia Azzurra Geoffrey Bouchard (AG2R – Citroen), Simone Ravanelli (Androni Giocattoli – Sidermec), Giovanni Carboni (Bardiani – CSF – Faizanè), Luis Leon Sanchez (Astana – Premier Tech), Gianni Moscon (Ineos-Grenadiers), Antonio Pedrero e Matteo Jorgenson (Movistar), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), James Knox e Pieter Serry (Deceuninck-Quickstep), Quinten Hermans, Jan Hirt e Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty Gobert), Felix Großschartner (Bora – Hansgröhe), Matteo Badilatti (Groupama – FDJ), Jacopo Mosca (Trek-Segafredo) e Daniel Martin.
Le fasi concitate avvengono sul Passo di San Valentino, GPM di 1° categoria dove si screma il gruppone in testa e Bouchard conquista ulteriori 40 punti nella speciale graduatoria degli scalatori. In discesa nel gruppo avviene una caduta e rimangono coinvolti anche Giulio Ciccone, Remco Evenepoel e Vincenzo Nibali.
Il belga va sul guard rail e si ferisce ad un braccio, ma riparte, mentre l’abruzzese della Trek deve rincorrere il gruppo dopo aver cambiato la bicicletta. Si arriva all’attacco della salita finale, dove Daniel Martin sfoggia le sue grandi doti di scalatore e inizia la sua personale cronoscalata verso l’arrivo. Nel plotone della Maglia Rosa si stacca subito Vlasov, seguito successivamente anche da Hugh Carthy e Romain Bardet ma c’è un grande Diego Ulissi che si ritrova in formissima. All’inizio del tratto duro scatta Joao Almeida e poco dopo Simon Yates va a raggiungerlo tallonato da Daniel Martinez ed Egan Bernal. Il colombiano in Maglia Rosa però fa fatica a tenere la ruota sia del capitano del Team BikeExchange che del proprio compagno di squadra sulle terribili pendenze della salita.
Almeida e Yates procedono insieme, mentre Bernal verrà raggiunto da Damiano Caruso prima e da Diego Ulissi poco dopo. Daniel Martin vincerà la tappa, Almeida si classifica secondo staccando Yates all’ultimo chilometro ed entrambi guadagnano circa un minuto su Egan Bernal, che resta in Maglia Rosa ma avvertendo qualche scricchiolio.
Le parole del vincitore di tappa Daniel Martin: “Sulla salita finale ho ricevuto continue informazioni dall’ammiraglia su cosa avveniva alle mie spalle e quando sono arrivato alla parte più ripida ho pedalato al ritmo migliore possibile spingendo a tutta per riuscire a vincere. Il nostro Giro è stato come una montagna russa: è partito benissimo grazie ad Alessandro De Marchi che è stato in Maglia Rosa ma poi purtroppo è caduto. Oggi avevo un forte vento contrario che faceva male alle gambe, la vittoria è stata una grande emozione”.
Domani si correre la Rovereto – Stradella, che con i suoi 231 km è la tappa più lunga di questo Giro d’Italia e non è priva di insidie sulle colline dell’Oltrepò Pavese.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata