La Corsa Rosa ha perso uno dei suoi più grandi protagonisti oggi nel finale della quinta tappa, da Modena a Cattolica. Il corridore basco si trovava in mezzo al gruppo lanciato a velocità sostenuta a circa 4 km dall’arrivo ed è caduto rovinosamente all’altezza di uno spartitraffico investendo l’addetto alla segnalazione dell’ostacolo. Il medico di gara ha subito soccorso lo sfortunato ciclista, che è stato costretto ad abbandonare il Giro d’Italia.
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Con questo episodio si torna a parlare della questione sicurezza: il finale di tappa odierno è stato considerato da molti addetti ai lavori come altamente pericoloso, ed è stato confermato dalle cadute avvenute: con Landa è rimasto coinvolto anche Joseph Dombrowski, vincitore ieri a Sestola e Maglia Azzurra dei GPM, ed in precedenza sono rimasti vittima di incidenti anche Filippo Fiorelli e Pavel Sivakov.
Cosa bisogna fare per ridurre i rischi in questi tipi di arrivo? Può l’UCI rivedere le nuove norme riguardo a borracce o posizione in bici e pensare di trovare una soluzione che possa garantire l’incolumità di ogni singolo atleta in allenamento e dal primo all’ultimo millimetro di corsa? Un pensierino ai piani alti del Ciclismo Internazionale andrebbe fatto, e subito. Si sta giocando con la vita delle persone, svegliamoci.
a cura di Andrea Giorgini ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine
Ma la sicurezza non riguarda le borracce bensì i veri responsabili sono quelli che a priori inventano e stendo il tracciato delle tappe non preoccupandosi di visionare il percorso prima ,così che si possono evitare curve pericolose e spartitraffico
Anche un bambino capiva che un finale di tappa così pieno di insidie e pericoli era da evitare come la peste.Se poi avesse anche piovuto chissà cosa poteva capitare. Ennesima figura barbina dell’UCI
È solo una tutela di facciata. Parlano di borracce, posizioni in discesa e poi non tengono in considerazione le ovvie regole di buonsenso e sicurezza