In un’intervista rilasciata alla rivista olandese Helden, Dylan Groenewegen ha dichiarato di aver ricevuto minacce di morte e lettere di odio dopo aver innescato l’incidente nella prima tappa del Tour de Pologne, che ha innescato la caduta di Fabio Jakobsen. Le minacce sono diventati così forti da costringere l’intervento della polizia, che sorveglia la porta della casa dove vivono lui, la sua compagna e il figlio nato circa un mese fa.
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Il culmine di queste minacce è giunto quando è stato recapitato un cappio con una lettera nella quale lui, la sua compagna e suo figlio sono stati invitati ad impiccarsi. Queste minacce risalgono ai giorni immediatamente seguenti l’incidente in Polonia.
“Abbiamo ricevuto minacce molto gravi, quindi abbiamo chiamato la polizia – ha spiegato il velocista della Jumbo-Visma – i giorni e le settimane seguenti gli agenti hanno sorvegliato la nostra porta. Io e la mia compagna, che era ancora incinta, non potevamo uscire spontaneamente di casa. Se volevo uscire un attimo, c’era un agente al mio fianco in modo che nulla potesse accadermi. Abbiamo ricevuto lettere scritte a mano nella posta, alle quali è stato aggiunto persino un cappio con cui avremmo potuto appendere nostro figlio appena fosse nato. Quando leggi quel messaggio e vedi quel pezzo di corda, sei terrorizzato”.
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