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LA GESTIONE  FISICA DELL’ATLETA.  CONCETTI FONDAMENTALI CHE DISCIPLINANO UN BUON MASSAGGIO

LA GESTIONE FISICA DELL’ATLETA. CONCETTI FONDAMENTALI CHE DISCIPLINANO UN BUON MASSAGGIO


Le migliori condizioni si ottengono grazie a specifici schemi, che vanno però variati dal professionista in base a numerose variabili, chiare però agli occhi solo di chi ha sufficiente esperienza.

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INTRODUZIONE

Tutte le discipline sportive, professionistiche e non, richiedono diversi supporti al fine di completare  preparazione e forma di ogni singolo atleta. Attualmente sono molteplici i professionisti chiamati in causa in questo ruolo: nutrizionisti, psicologi, medici, preparatori, direttori sportivi, osteopati, fisioterapisti, massaggiatori, tutti  importanti per raggiungere e mantenere la migliore condizione dell’atleta durante l’intera stagione agonistica.

Sono fisioterapista da 20 anni, e fin dall’inizio del mio percorso, ho assistito diverse discipline sportive fra le quali il ciclismo professionistico, nel quale sono tutt’ora impegnato. Ne sono anche appassionato  e lo pratico da sempre.

Mi sono reso conto, praticando il mestiere in studio e con la squadra, che non c’è ancora chiarezza per quanto riguarda il potenziale che può avere un fisioterapista sulle prestazioni di un ciclista; e per questo tratterò a più riprese l’argomento in questa rivista cercando di dare le giuste informazioni affinché i lettori interessati possano discriminare con decisione chi può essere in grado di risolvere un certa gamma di problematiche legate alla gestualità ciclistica stessa.

Prima di entrare nei dettagli voglio sottolineare che sarebbe bene affidarsi a chi sa fare seriamente il proprio lavoro e che nutre una buona esperienza nella disciplina in questione affinché si possano ottenere i risultati desiderati.

IL MASSAGGIO: CONCETTI FONDAMENTALI

Il primo argomento che rientra in questa ampia panoramica è il famoso “massaggio” di cui si sente incessantemente  parlare.

E’ importante sapere che è un termine molto generico, in quanto, in realtà, nasconde molteplici possibilità manuali di gestione. A seconda del tipo di disturbo che spinge il ciclista ad affidarsi ad un operatore, sarà quest’ultimo, sfruttando doti ed esperienza, a decidere che tipo di manovre eseguire per gestire e risolvere tale problema. Prima esigenza, quindi, è la perfetta conoscenza di anatomia muscolare, vascolare, linfatica ed anche neurologica.

Elementi fondamentali del sistema muscolare. Prendiamo come esempio il muscolo anteriore della coscia: il quadricipite. Il funzionamento ottimale di tale struttura, così denominata perché formata da quattro fasci muscolari diversi, è garantito da diversi sistemi integrati; in sintesi:

  • Vascolarizzazione, cioè una circolazione sanguigna arteriosa (che apporta ossigeno e nutrienti) e venosa (che elimina anidride carbonica);
  • Sistema linfatico, sito nello strato di tessuto connettivo sovrastante il tessuto muscolare, deputato all’eliminazione delle tossine prodotte dal muscolo (e non solo)durante l’azione sportiva nel nostro caso;
  • Trofismo muscolare, che comprende lo stato nutrizionale, il volume della massa ed il tipo di fibre

che prevale (il tipo e la quantità di fibre che prevalgono nella gamba del ciclista sono completamente diverse da quelle del centometrista) ;

  • Sistema nervoso, che induce la contrazione del muscolo e raccoglie informazioni di vario genere;
  • A questa classificazione aggiungo anche l’allenamento del muscolo, cioè la capacità o meno di di sviluppare nel migliore dei modi la gestualità (vari tipi di pedalata) attraverso un buon scivolamento ed una buona elasticità delle fibre.

Già da queste informazioni sintetizzate al massimo si capisce chiaramente che non esiste un massaggio standard, o meglio, un massaggio che va bene per tutto.

L’operatore al quale vi affidate (scrivo operatore perché non voglio dare un’esclusiva al fisioterapista ma a tutti coloro che sanno cosa fare) dovrà ascoltare il vostro problema attraverso il maggior numero di informazioni possibili, fare una valutazione obiettiva ed egire di conseguenza. Le capacità manuali, quindi, si adattano alle esigenze del momento.

Nello schema seguente riporto quali sono le manovre base del massaggio muscolare che si adottano solitamente. Sono essenziali ma anche standard nello stesso tempo. Non basta saper eseguire tali manovre, occorre molto di più. L’azione deve essere sempre anticipata da una valutazione, e qui  entra in gioco la sensibilità che le mani devono avere necessariamente; la capacità di captare e tradurre ogni tipo di imperfezione, difetto o stato di sofferenza al passaggio. Per far questo si sfruttano quindi diversi gradi di pressione in modo da esplorare i diversi strati fondamentali.

Nel secondo schema, invece, sempre a scopo valutativo entriamo nei dettagli che fanno la differenza. Di che cosa hanno bisogno le nostre gambe? Di essere liberate e svuotate dalle tossine? (non esiste solo l’acido lattico!!); di essere” maltrattate” perché sature di contratture piccole e grandi provocate da allenamenti intensi piuttosto che da mancanza di regolare seduta col proprio operatore oppure, ancora, provocate da un trauma diretto o indiretto?

Potrei andare avanti per ore a fare esempi sulla natura di un problema che mette in difficoltà i vostri muscoli e quindi la vostra condizione e le vostre prestazioni…

Tutti gli sport richiedono una gestualità diversa e quindi il sistema muscolo-scheletrico si adatta e risponde alla continuità degli allenamenti e delle competizioni differentemente. E l’operatore deve tenere conto di questi fattori perché va a lavorare su stessi gruppi muscolari si, ma strutturati in maniera completamente diversa.

Questo primo approccio deve servire per capire che a volte capita di affidarsi a persone con la speranza di un risultato che, invece, stenta ad arrivare o che comporta una spesa importante fino al punto di farvi demordere oppure considerare il “massaggio” inutile…In realtà siete semplicemente capitati fra le mani sbagliate. Come in tutte le cose, aimè, anche nell’assistenza sanitaria c’è chi ne approfitta traducendo l’attività quotidiana in catena di montaggio a solo scopo di interesse, approfittando dell’ingenuità di chi non ha mai avuto la necessità in precedenza. Ascoltate quindi amici e conoscenti che hanno già fatto esperienze di questo tipo, oppure persone fidate che conoscono meglio di altri questi settori.

A cura di Bruno Filippi – Copyright © INBICI MAGAZINE

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