Anche il meteo contribuisce al pieno successo della Granfondo che tornava dopo due anni e senza il suo campione-simbolo: un’edizione da applausi, con 3500 iscritti e tanti vincitori inediti, per ricordarlo con emozione.
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Hanno risposto in tanti, tantissimi al richiamo della 24.sima Granfondo Internazionale Felice Gimondi – Bianchi che passa agli archivi con i suoi 3500 iscritti, un risultato eccellente dopo due anni di pausa forzata. Hanno risposto al richiamo di un nome che non si dimentica, quello di Felice Gimondi, per la prima volta assente alla “sua” gara, nella sua Bergamo. “E’ stata una giornata bellissima e un po’ malinconica – ha raccontato la figlia Norma, anche lei in gara – l’assenza di mio padre si è avvertita, alla partenza in special modo, poi lungo il percorso dove ho sentito tanta gente chiamarlo a gran voce. Vuol dire che il suo ricordo è vivo”.
Un’edizione che ha confermato tutto il prestigio e la qualità della “Gimondi”, i suoi bellissimi percorsi (nonostante il forzato accorciamento del lungo all’ultima ora), il piacere dei partecipanti di pedalare in sicurezza godendo di paesaggi bellissimi e di un meteo favorevole che ha risparmiato la pioggia annunciata. “E’ andato tutto come speravamo – ha commentato Beppe Manenti, responsabile organizzativo – siamo ripartiti di slancio e siamo molto soddisfatti per questo”.
Se possibile l’evento ha registrato un salto di qualità anche dal punto di vista dei risultati. I vincitori assoluti sono il cesenate Manuel Senni ( Borello Cycling Team ) e la piemontese Annalisa Prato (Team Mentecorpo), due new-entry nell’albo d’oro ma entrambi con risultati importanti alle spalle.
Manuel Senni è stato professionista per sette anni (fino al 2021) e si è visto costretto a lasciare l’attività per problemi fisici. Ha cominciato a gennaio a gareggiare tra gli amatori e a Bergamo si è imposto con 24” sul francese Loic Ruffaut (unico straniero sul podio); terzo Andrea Gallo. “Conoscevo queste strade, visto che da dilettante ho militato nella Colpack – ha spiegato Senni -. La carriera professionistica ormai è alle spalle, dopo quattro interventi all’aorta ho dovuto arrendermi. Ora è un hobby, mio fratello mi accompagna, vincere comunque resta una bella sensazione”.
Annalisa Prato aveva già messo la sua firma in altri eventi di grido come la Nove Colli e la Maratona dles Dolomites, ma sempre sul percorso medio. Stavolta ha optato per il lungo ed ha fatto il vuoto, come attestano gli oltre undici minuti di ritardo di Martina Trevisiol e Maria Elena Palmisano, seconda e terza classificata. “E’ stato davvero un bel debutto”, ha detto la piemontese che a parte la bici lavora in un rifugio di montagna.
Vincitori inediti anche sul percorso medio (km 128,8) dove il successo è andato a Rossano Mauri (AP 07Team Ciclirossi) di Anzio, davanti a Federico Brevi (già vincitore della “Gimondi”) e Francesco Avanzo. La vicentina Alessia Bortoli (Capitani Minuterie) ha prevalso tra le donne battendo Valeria Curnis e Chiara Quartesan.
Gli atleti lombardi hanno fatto piazza pulita nel “corto”. Doppietta bergamasca del Team Morotti nella prova maschile con Fabio Fadini e Glauco Maggi ai primi due posti, terzo il siciliano Francesco Pizzo di Obiettivo3, il progetto di Alex Zanardi per aiutare l’inserimento nello sport degli atleti disabili. Tra le donne si è imposta la bresciana Luisa Isonni (AS Boario) davanti alla ciclista-golfista romana Milena Felici e ad Alessia Ravasi.
Immancabile appuntamento alla “Gimondi”, è tornato il Memorial Eugenio Mercorio per ricordare un grande amico del ciclismo bergamasco. Manuel Senni e Annalisa Prato hanno fatto segnare il miglior tempo anche nella cronoscalata da Nembro a Selvino, l’ultimo tassello di una giornata perfetta.
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