Il presidente Dagnoni: “Stiamo cercando di comprendere se vi siano atleti o loro familiari in difficoltà. Faremo quanto in nostro potere per aiutarli”.
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La Federazione Ciclistica Italiana, il presidente Cordiano Dagnoni, il Segretario Generale Marcello Tolu, il Consiglio Federale, a nome di tutto il movimento ciclistico italiano esprimono la massima vicinanza al Popolo, agli sportivi e alle Istituzioni ucraine, così duramente colpiti in questi giorni da un’aggressione che richiama i momenti più bui della storia europea.
“Le nostre società sportive hanno spesso ospitato ciclisti ucraini – ha detto il presidente Cordiano Dagnoni -. Con quel popolo, come con molti della disciolta Unione Sovietica, esiste un lungo e consolidato rapporto sportivo e umano. Un legame che non si è mai interrotto e che ci porta, in questo tragico momento, alla massima vicinanza. Stiamo cercando di comprendere se vi siano atleti o loro familiari in difficoltà. Faremo quanto in nostro potere per aiutarli. Il mondo non può assistere inerme alla palese violazione delle più elementari regole del vivere civile.
“Le nostre società sportive hanno spesso ospitato ciclisti ucraini – ha detto il presidente Cordiano Dagnoni -. Con quel popolo, come con molti della disciolta Unione Sovietica, esiste un lungo e consolidato rapporto sportivo e umano. Un legame che non si è mai interrotto e che ci porta, in questo tragico momento, alla massima vicinanza. Stiamo cercando di comprendere se vi siano atleti o loro familiari in difficoltà. Faremo quanto in nostro potere per aiutarli. Il mondo non può assistere inerme alla palese violazione delle più elementari regole del vivere civile.
Mi sento di esprimere uguale vicinanza – ha concluso il presidente Dagnoni – anche a tutti i ciclisti, sportivi e semplici cittadini russi che in queste ore stanno manifestando il proprio dissenso nei confronti di questa guerra, anche a rischio della propria libertà personale.
Mai come in questi momenti trovo quanto mai appropriate le parole della nostra Costituzione, che ricorda come la guerra non è mai la risposta alla risoluzione delle controversie internazionali. I valori dello sport e dell’olimpismo, nei quali tutti noi ci riconosciamo, si basano sulla pace e sulla fratellanza tra i popoli”. (au)
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